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i quaderni di Cico
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ordinalo senza spese di spedizione
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titolo:MADRIGALE Madrigale
è l'impulso originario. L'atto successivo è quello di
raccogliere secchiate di memoria, per comunicare il senso profondo dell'essere,
della carne, della materia e del vuoto vivo che non si può altrimenti
descrivere, per arrivare a comprendere (senza per questo giudicare)
i perché di una e di cento esistenze. Ciò che ne scaturisce
è un clima dal piglio drastico e indulgente, paradigmatico
e svincolato dall'evidenza immediata.
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Cè
un modo altro di narrare Epica Quotidiana, lasso di Tempo, furore
e sconvolgimento di Anni e di Vita, di Donne, Uomini e Figli? Un libro particolarissimo. Una serie di nodi. Una serie di micce accese molto, ma molto, delicatamente.
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"Madrigale
è il manifesto anarchico di un donna, la matrice apolide/cosmopolitana/alata
che simbolizza il fiammifero nella notte e tutti i vaggiti, bagliori successivi
e simboli e trasposizioni equivalenti fino all'alba e fino all'evidenza
luminosa dell'Io: perno immarcescibile della vita, fra orizzontalità
terrestre, verticalità del cielo e ubiquità del tempo; laddove
il senso del sacro e del profano si perdono e pure coincidono sempre,
fatalmente, con la presa di coscienza spazio-temporale dell'Individuo/Uno."
(Paolo West)
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(brano tratto da "MADRIGALE") (...) Vorrei, a questo punto della storia, parlare di amore. Dopo
tutti questi secoli di uomini e donne, coi loro figli, i loro peccati,
le passioni sterili e le fertili lontananze, non riesco a dire quanto
sia e perché sia, amore. Di lei si potrebbe raccontare in un punto qualsiasi della vicenda, giacché la sua lunga vita si stese da un capo all'altro di questa storia. Una
mattina d'inverno si presentò al cancello del giardino. Di vita non ce n'è una sola. Non
so quale sia la misura, la quantità o il grado che possa descriverla. Un
uomo ama e viaggia per quasi cento anni. (...)
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Valentina Santomo, nata e cresciuta a Pescara, viaggia molto e spera quindi, per i numeri del caso, di morire altrove. Conquistata un'ambita laurea in lettere a indirizzo storico artistico all'università di Firenze, pensa di poter fare il critico d'arte. Infranti i sogni a causa di un coriaceo verginismo intellettuale, preferisce il secondo mestiere più antico del mondo: la pubblicità. Dismesse le ultime vestigia di pudicizia, si dedica alla pittura, alla fotografia e alla carta/calamaio. Oggi cerca di vivere a New York facendo web design. | ||||||||||||