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titolo: "CARO DANTE (come t'acchiappo lo scrittore)
collana temalibero
autore Antonella Perilli
ISBN 978-88- 95106-38-0
€ 9,00 - pp.97 - © 2008


Caro Dante (come t'acchiappo lo scrittore), è una storia vera, è il racconto di una corrispondenza virtuale, sfociata in amore, tra me e uno scrittore affermato.
Esistono prove tangibili della veridicità della mia affermazione.
Lo scrittore in questione, opportunamente mascherato nel romanzo, è al corrente di questo mio progetto editoriale e, oltre ad aver letto il romanzo che ne ho tratto, ha dato il nulla osta ad una eventuale pubblicazione.
Ho deciso di raccontare questa storia servendomi dell'ironia, e ho lasciato che la parte importante la facessero le lettere (mail) che ci siamo scambiati.
Per spezzare il ritmo della fitta tessitura della corrispondenza, ho creato la figura del lettore, con il quale intrattengo una conversazione costante, strapazzandolo, sfogandomi o chiedendo consiglio.

(Antonella Perilli)

leggi la recensione di Arcilettore

 

"Mi chiamo Antonella, e di cognome faccio Perilli, e le due cose insieme, a quanto pare, non portano da nessuna parte. Se mi fossi chiamata Mina Vagante, avrei avuto un nome più evocativo, e chissà quante porte mi si aprivano, ma ho imparato ad accontentarmi..."

 

Brani tratti da "CARO DANTE (come t'acchiappo lo scrittore)"

0. INCIPIT

La scrivo ora, sennò non lo faccio più.
La questione non ti tange, stai pensando.
Non hai tutti i torti.
Ma adesso non ho tempo di star dietro alle tue obiezioni, voglio pensare ai fatti miei.
Per cui ti racconto la storia.
E tu cerca di stare attento, perché anche dalla follia di qualcun altro puoi imparare qualcosa.
A proposito, prima che me lo chiedi, è tutto vero.

1. PRESENTAZIONE

Mi chiamo Antonella, e di cognome faccio Perilli, e le due cose insieme, a quanto pare, non portano da nessuna parte. Se mi fossi chiamata Mina Vagante, avrei avuto un nome più evocativo, e chissà quante porte mi si aprivano, ma ho imparato ad accontentarmi.
Tra pochi giorni passo dai 46 ai 47, e la cosa proprio non mi scende. Poi oggi, è una vera giornataccia, e qualsiasi cosa mi si piazza sullo stomaco.
Sta pure piovendo, e il mio terrazzino ha un aspetto tremendamente autunnale, anche se l’estate ci alita già sul collo.
Non ci sono più le stagioni, è vero, ma non è neppure l’unico danno dell’evoluzione. Non c’è neanche più limite alla fantasia.
Se fai il bravo, ti racconto cosa intendo.
Comunque, oltre a chiamarmi come ti ho detto, e ad aver messo 46 croci, ho fatto un sacco di cose, ma ne ho concluse pochissime.
Io sono lo spreco fatto persona.
Il bello di me, ma anche il mio maggior difetto, è che non perdo mai l’entusiasmo, per cui riesco a fare un sacco di danni, e in tante direzioni.
Ma torniamo a bomba. Tutto è nato dal mio presunto talento.
Da quando ho 14 anni ho iniziato a scrivere, ma stupidamente non mi sono mai fermata. Anzi, negli ultimi anni ho rinforzato l’idea che avrei potuto farcela, e mi sono ritagliata un po’ di spazi per mettermi alla prova.
Per finire il mio romanzo mancano un paio di paginette, ma la fase di correzioni e integrazioni dura da quasi un anno. Più lo rileggo e più trovo da correggere.
Il fatto è, che oltre ad avere un esubero d’entusiasmo, ho anche la sensazione di aver ingoiato una maestrina, che non la smette mai di sentenziare e bacchettare. Sa tutto lei. Ecco perché il romanzo non va avanti.
Ti sto già annoiando?
E chi se ne frega!
Taci e leggi, perchéquello che sto per raccontarti a te non è mai capitato.
Come faccio a saperlo?
Perché in Italia non è che ci sono poi tutti ‘sti scrittori, men che meno maschi appetibili, e con tanto di pedigree letterari.
Ah, ti ho incuriosito?
Be’, allora stai buono e lasciami raccontare, e se voglio fare il giro del mondo prima di fermarmi sui punti importanti, tu mi stai dietro.
Che lato autoritario, da chi l’ho preso questo piglio?
Mia mamma si chama Ida, Ituccia per quelli di casa, e non sta tanto bene. Sono molto dispiaciuta anche perché posso fare poco, visto che ho portato le mie chiappe al Nord da almeno 4 lustri, mente lei è rimasta a bagno nell’Adriatico.
Cosa c’entra mia mamma?
Senza scomodare Freud, il mio psicanalista, e tutto ciò che ci starebbe bene in questo contesto, vorrei tanto fare qualcosa di importante, che possa riempire d’orgoglio lei e la mia famiglia.
Anche se quello che sto per fare, farà drizzare un po’ di pelo a mia mamma, e susciterà la riprovazione di Assuntina, e tutto il clan.
Persone dannatamente per bene.

2. ADATTAMENTI

Siccome in questo mio delirio sto tirando dentro un’altra persona, mi riservo la possibilità di marcare con la x le parole (e i numeri) che possono consentire l’identificazione dello scrittore, cui ho già accennato.
Dante, si chiama.
E se mi va, sostituisco qualche parola con un’altra di fantasia, sempre allo scopo suddetto, e che ti ripeto, perché non so quanta capacità hai di memorizzare le informazioni.
Per esempio, a un certo punto scriverò balena (la foto di una balena) per intendere qualcosa che ha a che fare con l‘acqua. Ma ti avvertirò che ti sto menando il torrone, fosse per me terrei sempre l’originale, ma te l’ho detto, lo faccio per difendere la privacy di Dante, che ha qualcosa da nascondere.
Per cui quando vedi la scritta (torrone), non pensare subito a Natale, o ai rotolini di ciccia, che sicuramente hai, come tutti. E non tirare il fiato per appiattire la pancia, è solo un’indicazione per farti capire che la verità non può essere svelata.
Ogni tanto, dovrò inserire qualche commento, tipo quando sento odore di bruciato e vedo fumo in giro. Segno che il tuo neurone è decisamente affaticato.
E qualche altra volta scriverò Omissis, non perché è una parola difficile, e mi fa tanto sentire scrittrice impegnata, ma perché dovrò dare un’annacquata alla verità.
Ultima cosa.
Intanto smettila di sbuffare, sono sicura che è meglio chiarire più che posso la tessitura di questo scritto, sennò col fischio che ci capisci qualcosa.
E non mi interrompere.
Dicevo, ultima cosa.
Per ogni giornata di questo dettagliato report, utilizzerò una pennellata di colore, anziché limitarmi a declinare i giorni.
Te l’ho detto fuori piove, e tutto questo grigio mi sta facendo invecchiare, finisce che compio i 47 prima del week end, e cazzo, non voglio assolutamente che succeda.
Prima di quella data devo aver svoltato.
Per cui zitto e leggi, se tu leggi, io ho ottenuto il mio successo.

E adesso ascoltami bene, se ti senti forte in materia letteraria, prova a risolvere il rebus.
Da parte mia ti garantisco che è tutto vero, e che ci sono segni indelebili sul computer e sul telefonino.
A meno che la Signora Sfiga non mi mandi in corto la tecnologia di cui dispongo.
Se dopo aver letto tutta la storia, ancora non hai capito chi è Dante, leggiti almeno diversi 3 autori italiani ogni mese, prima o poi lo beccherai, se invece ti sembra di avere capito, fammi un piacere, tieniti il segreto.
Ti porto i ringraziamenti di Dante, per la tua discrezione.

3. PERCHE’ VOGLIO RACCONTARE

Non ci girerò troppo intorno.
Perché mi è successo di innamorarmi, e di essere ricambiata, virtualmente parlando.
E questa è fantascienza dell’amore.
Perché la corrispondenza tra me e lo scrittore è di alta qualità intellettuale (parole di Dante), e puoi imparare qualcosa.
Perché ho respirato sentimento in questa città di sesso e droga. Di storie che non arrivano al giorno dopo, e di pompini all’atto della presentazione.
Perché sono sentimentale?
Che domanda del cazzo, perché mi chiamo Antonella Perilli, e i difetti mi stanno attaccati addosso come le zecche a un cane rognoso.
Ma non ho vuotato tutto il sacco.
Per cui se vuoi saltare a pagine più interessanti, non riesco ad impedirtelo, ma se sei uno che va lento, e se ti interessa capir meglio la questione, ti confiderò qualche segreto.
Ti voglio raccontare questa storia perché è ancora lì, come un pasto indigesto all’imbocco dello stomaco, e penso che scrivendola potrei riuscire a spingerla nell’intestino ed evacuarla.
C’ho la bocca da schifo, tanto è amara.
Essere un innamorato disilluso mi colloca in una posizione di m., oltre che fare di me una portatrice di malattia rara.
Come si diceva prima, con tanto di storie che iniziano con una slinguata mentre ci si sta ancora dicendo il nome, pensare di innamorarsi è quantomeno obsoleto.
E anche patologico, più un filino ottocentesco, lo è scambiarsi amore senza essersi mai guardati negli occhi.
Ma è possibile.
Io ci sono riuscita, e se non fosse capitato anche a Dante, un insospettabile, questa storia non proverei neanche a scriverla.
E così mi sono preparata il terreno per introdurre l’ultimo punto di questo lungo elenco di giustificazioni.
Siccome ho una maledetta paura di fare sul serio con il mio romanzo, faccio quello che le persone comuni sempre più frequentemente fanno con la tivù: partecipano ai reality o a trasmissioni farlocche per diventare “personaggio”.
Tutto pur di apparire, di far circolare il proprio nome.
Anch’io, mi vendo per la pagnotta.
Sì, ti sto raccontando questa storia sperando di farla fruttare.
Per cui chiedo scusa a Dante, che preservo dal pettegolezzo selvaggio, e da processi morali ben più gravi, occultando parti di verità, ma vado fino in fondo.
In sostanza, spero che quanto sto per spifferare, faccia di me una scrittrice, e per quanto ciò significhi entrare nel mondo letterario dal buco della serratura dell’uscita di sicurezza, farò finta di non accorgermene, e tiro dritto.
Chiaramente faccio anche gli scongiuri, per tenere lontana la sfiga. E te, Dante.
Che se solo immaginassi quello che sto facendo mi daresti una tale saccagnata che mi scordo persino il mio nome.
Che ancora non conosci per intero.
Piacere. Antonella Perilli.
E niente slinguate.

(...)



 

Antonella Perilli vive. E questo basterebbe. Però sa anche scrivere, con un linguaggio frizzante, magnetico e ironico.
È timida e introversa, se entra in una stanza vuota si accontenta di un angolino perché il resto della stanza è occupato dal suo ego.
Ha una passione sfrenata per i libri, il ballo, la buona tavola, le cattive compagnie e i margarita. Nel tempo libero gioca a squash e fa il bucato. Se cercate un filo conduttore nella personalità dell'autore, state perdendo tempo, Antonella Perilli è un'emozione.
È una brava ragazza con un diavolo tatuato, un'igienista che non rinuncia a nessun vizio, una creativa che non sopporta il disordine, e soprattutto è una che sballa per ciò che è bello, insomma è una Donna.
La sua missione è inseguire l'Amore, lo insegue e non lo trova, ma lei non si dà per vinta. E ci prova e ci riprova, fino a incontrare lo scrittore.
Ci riuscirà?

Antonella Perilli è nata al sud (Penne-Pe) ma vive al Nord.
Di scuole ne ha fatte tante. E dopo aver collezionato un certo numero di diplomi, alla fine s'è laureata in Sociologia, ma lavora come Data-Manager all'IEO di Milano, e per hobby insegna italiano agli stranieri.
Ha già completato il sequel di Caro Dante (come t'acchiappo lo scrittore).
Sta scrivendo un romanzo dal titolo Verso la fine, e una raccolta di racconti.