i quaderni di Cico
 
 

 

ordinalo senza spese di spedizione

... e di Carmen Scarpelli, leggi anche il romanzo "Sarò le tue mani"

titolo: "Eclissi d'amore"
collana
i quaderni di Cico
autore: Carmen Scarpelli
ISBN 978-88-99021-20-7
€ 13,00 - pp.213 - © 2015
In copertina, “Coglila”,
by Sebastiano Bongi Tomà - il ramingo - (www.sbtphotographer.eu)


C’è qualcuno che non abbia cercato e che non cerchi ancora l’amore?
Perché Ambra rimane tanto turbata dall’arrivo della lettera di Leda?
E perché s’infastidisce non solo per il contenuto del messaggio, ma anche per quello strano modo di scrivere di cui Leda si serve?...


 

In un attimo, un passato ormai archiviato ritorna a parlare alla protagonista di fatti e di persone il cui ricordo invade e sconvolge la sua anima. Gli amici di un tempo, Leda, Massimo, Eddi, Maria
e Enza, e poi ancora Sara, Gelsomina, Luca, Giovanni
e Sandro, riprendono contorni chiari nella sua vita di quarantenne e soprattutto Leda, a cui Ambra era legata da una intensa amicizia, riacquista tutta la sua coinvolgente (e sconvolgente) vitalità...


“Se non hai mai smesso di crescere, imparare,
innamorarti e vivere attraverso il tuo essere
con te stesso e con gli altri, in questo libro
troverai anche molto di te.”
(Paolo West)
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Brano tratto da "Eclissi d'amore".

(...)

Sei

Ho trovato la solita folla d’invitati a casa di Carlo Isaia, tre saloni che davano sul mare, un’oasi di ricchezza ereditata e ormai mantenuta a stento.
Isabella, la compagna di Carlo, appena mi ha visto è venuta a salutarmi con quella eccitazione travolgente che timbrava le sue modalità di accoglienza.
- Ambra, che piacere rivederti, era parecchio che non venivi ai nostri incontri, pensavo che ormai ti annoiassero - ha detto muovendosi insieme a me tra gli ospiti.
- E Carlo? - le ho chiesto mentre facevo una panoramica.
- Starà a fumare la pipa da qualche parte.
- Vorrei almeno salutarlo.
- Se riesci a trovarlo, chi si aspettava questa affluenza.
- Ma se è sempre così da voi - e continuavo a fare scorrere gli occhi per vedere se c’era anche Maurizio.
Un’amicizia ventennale lo legava a Carlo e nei primi tempi che seguirono alla nostra separazione Isabella fu un’abile cerimoniera nel non farci rincontrare, poi il mio astio si nebulizzò nella rassegnazione. Il distacco ormai era avvenuto e non c’era più la necessità di evitarci, anche se diventammo entrambi meno assidui nel partecipare alle loro riunioni. Eravamo cambiati perché la vita ci aveva trasformati.
Eppure il mio istinto, come sollecitato da una forza dalle radici profonde, ancora si allertava per lui e adesso, nell’affollamento di casa Isaia, percepivo la sua presenza e fiutavo l’aria. L’ho visto che veniva dal terrazzo con la cicca della sigaretta in mano e quando si è girato per gettarla nel posacenere si è accorto di me. Ha fatto un cenno con la mano e mi è venuto incontro fissandomi stranito. Siamo rimasti l’uno di fronte all’altra per un po’ e solo quando Isabella ha iniziato a suonare il piano abbiamo smesso di guardarci e ci siamo seduti sul divano.
Tenerlo così vicino mi procurava una perturbazione nostalgica. Muovendomi appena, avrei potuto toccarlo e ristabilire un qualche contatto tra il mio corpo e il suo, tra il mio cuore e il suo, mentre lui mi guardava lento.
- Scusami, ho voglia di un aperitivo - gli ho detto appena Isa ha finito di suonare.
Dirigermi verso il buffet è stato il legno salvifico che mi ha evitato di affondare nel gorgo di rimpianti tediosi e ormai usurati per averli percorsi nell’anima troppe volte. Ho bevuto un cocktail, il sangue scorreva rimescolato e ho cercato riparo sul terrazzo, nel freddo di una serata cupa.
Da lì vedevo le persone cicalare in un brusio indistinto, distribuendo sorrisi con un manierismo che dissimulava buchi nel cuore, ma vedere loro era come vedere me stessa in situazioni simili. Uguale la performance, i giochi relazionali e le parole, perciò me ne stavo sul terrazzo, per quel bisogno di difendere la mia reale identità, ma i pensieri arrivavano comunque e lo sentivo tutto quel vuoto in cui vivevo, dove non c’era più posto per l’amore né voglia di fare progetti che avessero la levità della luce e neanche pensavo più a una famiglia mia, a un figlio da abbracciare. Tutto azzerato, nella vacuità di feste insignificanti e rapporti evanescenti.
Sono tornata nel salone spossata e ho visto Maurizio che mi stava venendo incontro. Camminava rigido, serrando le mani in pugni chiusi, anche lui inquieto.
- Non stai bene? - ha chiesto.
- Insomma… - ho abbozzato.
- Vorrei parlarti.
- Non mi sembra il momento.
- Quando allora?
- E che ne so, non so nemmeno se ho voglia di parlare con te.
- Sei con l’auto?
- No, di sera preferisco muovermi con un taxi, perché?
- Andiamocene, ti accompagno a casa.
Ero già nella sua auto quando ho avvertito il pericolo.
- Ho bisogno di sapere che cosa ci è successo e perché è finita la nostra relazione che io ancora rimpiango - ha detto mentre guidava.
L’ho guardato. E per pochi istanti l’ho amato di nuovo.
- Aiutami a capire - mi ha implorato sbattendo un pugno sul volante.
- Dopo tanto tempo? - ho chiesto.
- Per un po’ ho creduto di avere trovato la rotta della navigata ma in realtà non avevo capito nulla, né acquistato una qualche consapevolezza, niente di niente, solo terra bruciata intorno e nessuna isola della felicità da poter raggiungere.
- Cosa vuoi dire?
- Cavolo, perché è finita tra noi due?
- E lo chiedi a me?
- Sono ancora tante le cose che non riesco a spiegarmi.
- Smettiamola di nasconderci dietro i nostri fallimenti, mi è venuta la nausea a forza di pensarci e sarebbe anche ora di cambiare del tutto - gli ho risposto.
- Forse per te è facile.
- Tu non sai più niente di me - ho ribattuto ingoiando lacrime.
- Credi? Per esempio so dove abiti adesso - mi ha interrotto. - Sono passato diverse volte sotto casa tua, mi dicevo citofona, ma poi mi paralizzavo e andavo via.
- Per favore stai zitto.
Ha continuato a guidare accigliato fino al portone.
- Posso salire? - ha chiesto.
Mi è sembrato così naturale entrare in casa con lui. Leda aveva ragione quando diceva che avevo sempre fame d’amore e che, forse, non sarei mai stata sufficientemente sazia.


(...)


 

 


Carmen Scarpelli
è docente di Materie Letterarie,
giornalista e scrittrice.
Ha pubblicato Giovani protagonisti (Ellepiesse, 2010), Adolescenti a scuola (Loffredo, 2011), Precari in vita (Loffredo, 2011), Più leggeri dell'aria (Esselibri, 2012), Il bullo innamorato (Eli La Spiga, 2014), Noi e la natura (Ellepiesse, 2015), "
Eclissi d'amore" (romanzo, Cicorivolta, 2015) e "
Sarò le tue mani" (romanzo, Cicorivolta, 2016).
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