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leggi la recensione di Christian Di Masi per Napoli on the road


leggi l'articolo su La Repubblica del 6 marzo 2010


leggi la recensione di Giacomo Vittorio Paolozzi su La Nuova Tribuna Letteraria n° 97 (I° trimestre 2010)


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titolo: "FANTASMI DENTRO "
collana temalibero
autore Giancarlo Vitagliano
ISBN 978-88- 95106-57-1
€ 10,00 - pp.102 - © 2009 -in copertina, studio e illustrazione di Simone Pieralli


“Mio nonno diceva che non sono i fantasmi
che vedi quelli che ti uccidono,
ma quelli che hai dentro.”

Fino a che punto una coscienza può sopportare
il senso di colpa per il dolore e le sevizie
inflitti per puro piacere?

Quella di Francesco Ardizio è giunta al limite.

 


 

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GUIDA srl libreria
Via Merliani 118-120
80129 NAPOLI

 

 

 

Francesco Ardizio si sveglia nel nulla.
È confuso: non ricorda chi è,
in quale posto si trovi né perché sia lì;
è ossessionato da visioni che lo terrorizzano
e lo costringono a far uso di droghe.
Attraverso vari flash-back rivive il passato, riscoprendo progressivamente ciò che è stato
e dove l'hanno condotto le idee che aveva
e che condivideva con i due amici,
Giovanni Manti e Alessio Berg,
con i quali ha vissuto anni giovanili
pieni di efferatezze, di abusi e di violenze sessuali
culminati nella notte-chiave.

 

 

Brano tratto da "FANTASMI DENTRO"

(...)

Entrò spargendo la fragranza del suo profumo nella stanza. Si tolse il cappotto leggero con studiata eleganza e si sedette sul divano che già ci aveva accolto in passato. Accavallò le lunghe gambe, mi guardò sottecchi e aggiustò la gonna tirandola verso il ginocchio. Mi sedetti accanto a lei, l’abbracciai, la baciai, l’accarezzai, tutto con un trasporto maggiore del solito.
Lei, confondendo le sue attese con le mie, fu coinvolta dalla palpabile eccitazione che aleggiava nella stanza.
Incominciammo a fare sesso, ma questa volta più tra i sì che tra i no.
Mentre eravamo tutti soli, o almeno così pensava lei, fecero il loro ingresso i miei due compagni. Tentò di ricoprirsi alla meglio mentre mi guardava con occhi interrogativi.
Sorrisi, perfido.
«Ma tu... non mi...?» mi fece guardandomi senza più alcuna malizia.
Che delusione! Dov’è ora la tua sicurezza, il tuo charme, la tua eleganza? Piangi come una qualsiasi? Che cosa sei ora?
Nulla, per me, proprio nulla.
«Io» le dissi con un ghigno, «io sono quel che devo essere e non posso permettere che tu... sia di ostacolo per quello a cui sono predestinato!»
E le strappai il lenzuolo da dosso.
Gianni aveva già adocchiato da tempo ciò che lo interessava, anche se per rispetto verso di me non ne aveva mai parlato esplicitamente. Ma di fronte alla nudità perse ogni ritegno. Del resto alla riunione gli avevo già dato campo libero.
Mentre Gianni la possedeva a suo modo, Alessio si eccitò moltissimo in quella situazione. Sentiva il pianto sommesso interrotto da violenti singhiozzi della ragazza, vedeva me che sorridendo beffardo mi liberavo dall’eventualità del coinvolgimento e vedeva la foga di Gianni.
Tanto fu preso dall’evento che quella sera andò dalla moglie del preside, una donna che conciliava benissimo le sue tendenze masochistiche con l’indole di Alessio.
Già, la moglie del preside, come si chiamava quella stronza? Come posso non ricordarlo, visto ciò che è successo poi! Mah, mi verrà in mente dopo.
Forse.
Quando la cerimonia di “liberazione” (noi così le chiamavamo) fu terminata ricordo che Marta giacendo per terra mi guardò dal basso verso l’alto con i suoi occhi scuri, rossi di lacrime e di odio.
«Animali, siete tutti e tre animali. E tu sei uno stronzo con il cuore nero come la notte.»
Il pugno le arrivò in pieno viso.
«Puttana, io non ce l’ho il cuore!»
Non lo pensavo veramente, ovvio, ma era proprio una bella frase, adatta al momento, da uomo carismatico.
La costringemmo a rivestirsi dopo le solite fotografie per ricattarla e le consigliammo di non farsi più vedere, né sentire, perché altrimenti...
In effetti, la rividi alcuni mesi dopo. Aveva il naso rifatto e stava decisamente bene con il nuovo profilo (e si era pure lamentata...). Anche lei mi scorse e, lanciandomi un’occhiata d’odio, cambiò marciapiede rapidamente costringendo le auto a frenare bruscamente.
Ma non era lei la ragazza dello specchio.
Ho detto occhi scuri e pieni di odio.
La ragazza dello specchio aveva fermi occhi chiari.

(...)


 

 

Giancarlo Vitagliano vive a Napoli, dove è nato il 22.03.1955. Dopo aver frequentato il Liceo Classico si è laureato in Medicina ed è cardiologo presso il più grande ospedale del sud.
Appassionato di libri, fumetti, cinema, musica e moto, da alcuni anni ha smesso di fantasticare soltanto e ha deciso di scrivere le storie che gli nascevano in mente.
È sposato e ha due figlie.