Beppe
Iannozzi
Lultimo
segreto di Nietzsche
intervista
a cura di Giovanni
Agnoloni
Una
storia a più livelli, quella di questo particolarissimo romanzo
di Beppe Iannozzi. Narrazione e metanarrazione filosofica, dialogo sui
massimi sistemi e ricerca storica. Scottante il perno centrale: il Velo
della Sacra Sindone, col suo mistero, tuttora aperto, e qui affrontato
con sguardo irriverente, perché il punto di vista è quello
del filosofo del superomismo, Friedrich Wilhelm Nietzsche. Questi, nellalgida
e inquietante Torino del XIX secolo, durante una seduta spiritica, incontra
Absu, uomo (o entità) che, a sua insaputa, si impossessa della
sua anima e la farà rivivere, molti anni dopo, in un giovane
filosofo razionalista. Lossessione di fondo di Absu, che cercherà
di trasmettere al protagonista, è appunto quel Velo che, secondo
la tradizione cristiana, avvolse il corpo di Cristo nel sepolcro.
Beppe,
prima domanda tosta: non pensi di avere scritto (tu che
sei agnostico) un libro fondamentalmente blasfemo?
Sostanzialmente
sono agnostico, anche se forse sarebbe più giusto dire che tendo
allateismo. Cè però che la scienza, a tuttoggi,
non ha saputo fornire alcuna risposta concreta in merito allesistenza
di Dio o meno. La scienza ci assicura che ogni cosa si sarebbe originata
miliardi di anni fa: ma la teoria del Big Bang è, per certi versi,
superata; Hugh Everett III ha formulato la teoria del multiverso, vale
a dire che ogni misura quantistica darebbe luogo alla scissione delluniverso
in tanti universi paralleli quanti sono i possibili risultati delloperazione
di misura. Già Giordano Bruno da Nola ebbe a dire:
Resta, dunque, da sapere chè un infinito campo e
spacio continente, il qual comprende e penetra il tutto. In quello sono
infiniti corpi simili a questo, de quali luno non è
più in mezzo de luniverso che laltro, perché
questo è infinito, e però senza centro e senza margine;
benché queste cose convegnano a ciascuno di questi mondi [...].
Accetto la possibilità che siano esistiti altri mondi o che
potranno esistere altri mondi. Che sia esistito un uomo chiamato
Gesù non vè alcuna prova storica. Per accettare
Cristo bisogna compiere un volontario atto fideistico. Storicamente
non è possibile dire che un uomo, o il figlio di Dio, sia realmente
morto sulla croce e che dopo tre giorni sia risorto. Cè
il Sacro Lino, ma anche questo, alla prova del C14, ci ha restituito
risultati imbarazzanti: la certezza è quella che sarebbe stato
prodotto diversi secoli dopo la presunta crocifissione di Gesù.
Dicendo ciò non intendo minare la fede di nessuno: credo
nella libertà a trecentosessanta gradi e ogni giorno mi auguro
che ogni fede venga rispettata senza portare a tragiche conseguenze
per mezzo di guerre fratricide che purtroppo continuano a prodursi
nel corso dei secoli. Il momento storico che oggi stiamo attraversando
è dei più difficili: islamismo e cattolicesimo non riescono
a incontrarsi, cè sempre il rischio che le due fedi possano
portare linferno in casa nostra.
L11 settembre, volenti o nolenti, ha purtroppo innescato meccanismi
politici e religiosi che hanno fatto strage di tante anime innocenti;
e ogni giorno che viviamo è un 11 settembre
i più
hanno paura del prossimo e la paura ha purtroppo fatto risorgere lestrema
destra, il fanatismo più pecoreccio e ferale. Ma tornando al
libro, a Lultimo segreto di Nietzsche, non penso daver
scritto un libro blasfemo: utilizzo molto elementi teologici e religiosi
per dar corpo alla mia storia, questa però è per lappunto
una opera di finzione e nullaltro. Peraltro, ammettendo in via
teorica lesistenza di Gesù Cristo, nel romanzo-saggio Lultimo
segreto di Nietzsche metto bene in evidenza quanto segue: Gesù
predicava lamore in tutte le sue forme. Non a caso [
] molti
hanno visto nella sua figura il primo filosofo socialista; lamore
per i tempi di Gesù non andava bene, troppi interessi politici
ed economici da salvaguardare. Gesù ridiede la giusta dignità
alla donna, negò la schiavitù, affermò che tutti
gli uomini di tutte le razze sono uguali. Immagina un po tu se
il Cristianesimo fosse stato preso alla lettera quanti interessi sarebbero
andati a puttane.
Oggi, Papa Francesco, cui non può non andare il mio più
alto plauso, sta cercando di rinnovare la Chiesa affinché torni
ad essere del popolo, vale a dire una Chiesa non più fondata
sul clero interessato alle (sole) ricchezze materiali. Sta facendo
un grande e rischioso lavoro di rinnovamento allinterno della
Chiesa, immagino scontrandosi anche con chi invece vorrebbe che la Chiesa
rimanesse arroccata su delle posizioni medievali e davvero poco cristiane.
Ha fatto più Papa Bergoglio in questi pochi mesi di papato che
non i nostri politici dal dopoguerra a oggi.
Che Gesù sia esistito o meno, per me, è poco importante.
Sono invece importanti quegli insegnamenti che sono stati portati
a noi e che sono stati attribuiti a Gesù. Ho una visione molto
umana di Gesù, direi molto vicina a quella di Fabrizio De Andrè
e di Pier Paolo Pasolini.
Perché
Nietzsche? Per contrapporre lideatore del superomismo (potremmo
dire, luomo che si crede Dio) a Dio che si è
fatto uomo?
Era
da tempo che cullavo il sogno di scrivere un romanzo dove ci fosse anche
Nietzsche. Il perché è presto detto: la sua filosofia
che scava nellanimo umano ha anticipato la psicologia. Il
suo pensiero ha cambiato in maniera radicale il pensiero posteriore.
Non ho però scritto lennesimo romanzo su Nietzsche, sulla
sua vita; non cera dunque da parte mia la necessità di
ripetermi con quello che sarebbe stato, poco ma sicuro, un lavoro minore,
di nessuna importanza per la fiction e la letteratura. Ho preferito
di gran lunga dar vita a un Nietzsche umano, anzi, troppo umano. Nietzsche,
attraverso i suoi scritti, è stato il primo filosofo che ha seriamente
minato la concezione di un Dio eterno e immortale; ed è stato
anche il primo a portare luce nellanimo umano, scavando e scavando
bene a fondo, come nessun altro prima di lui. In Così parlò
Zarathustra: Vi scongiuro, fratelli, restate fedeli alla
terra e non credete a quelli che vi parlano di sovraterrene speranze!
Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no. Sono spregiatori
della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra
è stanca: se ne vadano pure! (
) che siano maledetti!.
Siamo di fronte alluomo che non guarda più al cielo per
cercare di scoprire ciò che non si può vedere a occhio
nudo. Quandanche un Dio esistesse, sono convinto che luomo
non è in grado di vederlo con i suoi propri occhi. Bisogna invece
guardare alluomo, allimmenso universo che esso è.
Di
dittatori fascisti e comunisti il mondo è pieno e ognuno di essI
crede dessere un superuomo. Non è dei dittatori che lumanità
ha bisogno. Temo che il pensiero nietzschiano sia stato ampiamente adulterato
e piegato alle necessità del nazismo: Elisabeth Förster-Nietzsche,
la tanto amata sorella di Friedrich, lei nazionalista e antisemita,
ha prostituito la filosofia del fratello al Partito Nazionalsocialista
Tedesco del Lavoro. Gli scritti postumi di Friedrich, in particolare
Volontà di potenza, sono stati commercializzati e abbrutiti dallignoranza
hitleriana; da qui la ragione precipua per cui il filosofo è
stato tacciato daver dato manforte al nazismo. Quando il nazismo
mise sottosopra il mondo intero, Nietzsche era morto, seppellito sotto
due metri di terra, come tutti i mortali, a Weimar.
Non
cè, al fondo della tua fluida e al tempo stesso barocca
scrittura, un abisso di morte che in fondo cerchi di esorcizzare, mettendo
al centro della tua riflessione un pensiero filosofico e uno spirituale
che vanno (in forme diverse) entrambi oltre la morte?
Chi non vive, chi non esiste non muore.
La mia scrittura, hai detto giusto, caro Giovanni, è al tempo
stesso fluida e barocca. La tecnica utilizzata è quella del cut-up,
un omaggio a William S. Burroughs, a mio avviso, e non solo, uno dei
più geniali scrittori che lumanità abbia mai avuto.
Fernanda Pivano su W.S. Burroughs si espresse con toni più che
lodevoli: Uno degli eroi della letteratura contemporanea e
uno degli uomini più intelligenti del mondo. In Italia,
paese di grandi ignoranti, Burroughs non è una di quelle letture
che gli intellettualoidi di oggi affrontano; figuriamoci dunque se il
comune lettore si spreca di approfondire! La massa legge libri seriali
usa & getta, romanzetti studiati a tavolino e non di rado scritti
da ghostwriter, romanzetti di nessun valore che tempo un anno o due
finiscono dimenticati, per sempre, così come è giusto
che sia.
Ci
sono editori specializzati a immettere sul mercato pile e pile di libri
tutti uguali. Ho il terrore di entrare in libreria, cè
sempre la solita copertina e il solito libro con giusto qualche minima
variante. È facile leggere finti libri che adoperano i soliti
quattro cliché. Il lettore sa fin dallinizio che non dovrà
fare alcuno sforzo per riconoscere i cliché che gli sono familiari.
Alcuni editori sono colpevoli del reato di lobotomia nei confronti del
lettore medio; sono colpevoli perché lo hanno ridotto a meno
di un vegetale. Un lettore che non ha bisogno di pensare leggendo un
libro, sostanzialmente è un lettore che non cè.
Che non esiste. La morte è anche questo: la lobotomia, o se vogliamo
usare un termine più soft, la omologazione del bacino dei potenziali
lettori. Credo bene che la letteratura è morta. Che si è
estinta con Pier Vittorio Tondelli e Pier Paolo Pasolini, o forse anche
prima. Una società che non sa trasmettere attraverso larte
alcunché di nuovo alle generazioni future è destinata
a perire. LItalia, inutile far finta che così non sia,
è un paese dove lignoranza dilaga più che in altri
paesi che, sulla carta, vengono indicati come civilizzati.
Cè
sicuramente una ricerca che spinge il protagonista Nietzsche, nelle
sue diverse reincarnazioni (in foggia di simulacri), ad andare oltre
la morte, oltre la morte spirituale e filosofica. Per poterci riuscire
può solo scavare dentro se stesso, sempre più a fondo,
passando di èra in èra, scoprendo, senza non troppa sorpresa,
che la Storia si ripete.
Il
tema del male e della sua tentazione coglie luomo, così
come colse Cristo, nel deserto, che in questo caso è il deserto
della storia. Non sarà perdonami laffondo
che certo pensiero ateo o agnostico è tanto perdente quanto certa
fede finta, perché non radicata nella consapevolezza profonda
del Sé e delle emozioni insomma, nellAmore?
La
Storia, purtroppo, ha il vizio di ripetersi secolo dopo secolo: cambiano
i nomi dei personaggi ma non le loro azioni malvagie. Il male lo
produce luomo. Credo nel diavolo perché è inconfutabile
che luomo esiste e non è, per sua natura, votato al bene.
Stesso discorso vale per chi tace: tacere significa darsi la morte.
Oggi non si esprimono delle idee che vadano oltre gli stereotipi riconosciuti
e accettati, per paura che queste non vengano recepite (comprese) dallopinione
pubblica; ed è questo un morire tanto lento quanto inesorabile.
Nietzsche non temeva di esprimersi e per questo è ancor oggi
vivo e attuale, mentre i suoi contemporanei sono seppelliti in un
oblio così tanto profondo che nemmeno Dio o il Diavolo azzardano
lidea di una riesumazione.
Non
sono dellavviso che un ateo-agnostico non sia capace di avere
una profonda conoscenza del Sé, delle emozioni e dellAmore.
Penso invece sia un pregiudizio, comune un po a tutte le fedi,
pensare che se uno non crede in un dio non sia capace damare.
Mi spaventano gli invasati, tutti gli invasati, di qualsiasi confessione
essi facciano parte, perché la Storia non mente e i ricorsi storici,
ahinoi, hanno visto gli invasati promuovere guerre nel nome di Dio distribuendo
morte e sofferenze, contribuendo in maniera sostanziale a far sì
che la società e il libero pensiero rimanessero ancorati a uno
stato di barbarie. Viviamo in una società ipertecnologica ma
profondamente barbara, dove le pseudoscienze ancora dominano larga parte
del pensiero umano. Questo non è buono. Fanatismo
e invasamento, siano essi di matrice religiosa e/o politica, in questo
particolare momento storico, si stanno sostituendo alle religioni ufficiali
diventando (per assurdo ma neanche poi troppo) delle pseudo-religioni
votate a concretizzare il Male assoluto.
Ne
Lultimo segreto di Nietzsche metto alla berlina le pseudoscienze,
ma anche il satanismo e i contattisti. Nel periodo torinese il filosofo
tedesco prese effettivamente parte a una delle tante sedute spiritiche
che al tempo si tenevano in città. Ne rimase deluso e si lasciò
lesperienza alle spalle, senza alcun rimpianto. Nella finzione
letteraria faccio incontrare Friedrich e Absu. Molti accadimenti sono
reali, altri sono mera finzione; fatto sta che Absu Imaily Swandy è
un personaggio che trova casa proprio a Torino, una leggenda che fatica
a spegnersi. Cè chi crede, soprattutto tra alcuni ufologi
un po fuori di melone, che un giorno Absu tornerà. Chi
però volesse saperne di più dovrà, per forza di
cose, leggere Lultimo segreto di Nietzsche.
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