collana poetál
 

 

 

ordinalo senza spese di spedizione

titolo: "Urban love makes urban poem"
autore: Paolo Aldrovandi
Postfazione di Stefano Iori
collana poetál
ISBN 978-88-99021-60-3
© 2016 - € 10,00 - pp. 96 -
In copertina, fotografia di Khoundia N’Ddoye.


Luci

Riderne sempre
come una bestia vuota
che non solca mai il campo
e resta ferma in mezzo al tempo.
Ho lanciato il coltello con forza,
trovando la ferita interessante
ma non è il tuo sangue la verità
e nemmeno il mio tiro.
Così nelle ore amate
ho riso a crepapelle e spoglio,
di un desiderio così antico
e voluto, combattuto, sputato,
ma non ho vinto la lotteria
l’ho fumata al bar di notte
tanto era chiaro e funesto
che di sicuro si trattava
di cartastraccia, monopolio di Stato.
Poi ho camminato fino a cercare
il tuo occhio stanco e un poco orientale
che ricorda onde color rabbia
d’un mare nero e serio
forse l’unico che conosco,
quelli azzurri mi fanno paura
che preferisco guardarli da lontano.
Allora tienimi ancora
anche dentro alle tempeste
tienimi ancora
sia per voglia che per noia.

 

 

 

Potrei scrivere cose meravigliose
se solo lasciassi le parole scorrere
come liquidi sciolti nel mio bicchiere,
potrei fare passi enormi,
se il ghiaccio potesse parlare
mentre si trasforma da solido in acqua,
davanti ai miei occhi sempre immobili
e magari potrei persino credere in Dio,
se almeno una volta mi avesse parlato...

“Quelle di Paolo Aldrovandi sono poesie che non rassicurano il lettore. Lo conducono anzi, con netta caparbietà, sul culmine di un’onda che prorompe da una voce cruda e dura, come dura (e segnata da trame sanguinanti) è la pelle di chi vive sulla soglia di un baratro annunciato e forse desiderato: ... può essere una poesia anche una canzone? / No non va così, / la poesia respira in modo differente, / tiepidi o caldi amori nella sabbia / e le parole trascorrono / e nel mare precipitano.
Dichiaratamente, per l'autore, … è l'arte del nostro tempo / accovacciata e ladra / che mina ogni movimento”.

(Dalla Postfazione di Stefano Iori)


 

 


Urban Love Makes Urban Poem


Parte prima

Restano tre bastardi
uno si schiarisce la voce,
l’altro è orribile e sputa sentenze
il terzo guarda la morte,
sorride mentre vede la gonna svolazzare
e l’incubo finisce, io mi sveglio.
Accetto il consiglio della finestra
con la respirazione di te che mi entra
e che arriva come l’aria del sud.
Sciogliendo le catene
senza ritornare dall’incubo ti respiro
ma ti allontani dalla cose importanti e dai tramonti,
tieni sempre l’archivio degli sbagli
e quando puoi alzi la gamba e pisci.


Parte seconda

Metti pure nel cassetto tutto,
persino quelle due o tre stronzate
appese al cuore smilzo che ti ritrovi,
corri veloce dove gli occhi si perdono,
perché il percorso è come Indianapolis
il solito anello monotono privo di senso.
Osserva intorno, il tempo ti scorre a ritroso
le sentinelle migrano a Fanculo city, in piedi,
e quel cane che faceva casino
se n’è andato via, credo in ferie
ma i tuoi occhi restano,
hanno comprato casa all’angolo,
tra una lacrima e l’altra.


Parte terza

I dettagli del corpo sono la prima cosa che scordiamo,
fino ad allora restano dei flashback nottambuli
e scuoiano la schiena in cerca di risposte.
– Prepara la salma stanotte cuore mio!
La vecchia sbraitava dentro le mie budella
così stanche e piene di vomito, da esser beate.
Ricorda chi eri te ne prego,
chiudi le finestre se vuoi,
lascia fuori la puzza
che poi non ti senti sicura
e quando riapri gli occhi,
torna ad essere bestia per noi
che saltavamo sui pianeti
e il cielo ci sembrava un passatempo,
capace di lucidare le nostre scarpe.
I giorni sono lì
e non sono che ore lontano da te,
mi sbattono al muro
le sopporto muto
in attesa d’esser liquidato,
nello sguardo del tuo rosario
mai sgranato a vivido ricordo.

(...)

 
 
 
 
 

Paolo Aldrovandi è nato a Mantova nell’agosto del 1974.
Il suo lavoro lo porta spesso a viaggiare in solitudine dandogli l’opportunità, ma soprattutto la curiosità analitica, di guardarsi intorno confrontandosi con realtà sconosciute e persone che quasi certamente non avrà più modo d’incontrare e che proprio per questo attraggono il suo sguardo. Nel 2015 entra a far parte dell’Associazione Culturale La Corte dei Poeti, fondatrice del Festival Internazionale di Poesia Virgilio. Sempre nel 2015 ha inizio la sua collaborazione con lo stesso Festival, di cui diventa secondo coordinatore al fianco di Stefano Iori che ne è il fondatore.
Ha scritto per numerose riviste. Alcuni suoi testi sono stati tradotti in lingua spagnola per il Centro Cultural Tina Modotti di Caracas e per la rivista Sagarana.

Questo è il suo primo libro.

 

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