cicorivoltaedizioni

 

Stefano Solventi

La meccanica delle ombre


articolo di Tommaso Priante


Consideriamo una retta orizzontale. Spargiamoci sopra lo scandire dei giorni, calibrandolo sulla falsariga della quotidianità. Poi, in un punto qualsiasi, facciamo irrompere dall’alto una retta verticale, ignorandone causa e provenienza. Stiamo sicuri però che il contatto tra le due provochi il turning point, l’elemento X che cambia il futuro e fa cambiare lo sguardo sul passato. Qui è esattamente dove comincia La Meccanica delle Ombre, romanzo d’esordio di Stefano Solventi, pubblicato da Cicorivolta Edizioni.
Le rette in questione sono quelle di Benni, un quasi quarantenne disilluso che, oltre ad essere il protagonista del libro, si divide fra sentimenti ovattati, birra calda con qualche amico, una figlia che cresce e una ex moglie da gestire. L’elemento X s’innesca quando la definizione di coincidenza, a causa delle troppe circostanze, slitta su quella di evento inspiegabile: se lui è presente assicura un totale stato di incolumità, i malati tendono alla guarigione e gli incidenti stradali – miracolosamente – lasciano i coinvolti senza alcun graffio. Davanti a tutto questo, lui non batte ciglio. O meglio, fa rientrare questo mistero nel consueto, come se fosse lo spettatore annoiato della sua stessa vita.
E con gli stessi occhi guarda quell’ombra informe che si ritaglia un pezzo del suo soffitto, senza capire da dove possa provenire. Saranno infatti gli altri ad incastrarlo in un meccanismo vorticoso di cui, ovviamente, rappresenta l’epicentro: così prendono forma incontri surreali, situazioni indecifrabili, zone in cui il fascio numinoso della morte si mescola ai più banali gesti quotidiani. Tutto questo sfumato da dialoghi taglienti, buona dose di ironia, e molta destrezza narrativa nel saper intrappolare percezioni appena filtrate, stati d’animo come barlumi repentini.
Solventi, già affermato come giornalista ( Mucchio Selvaggio, www.sentireascoltare.com ) e critico ( PJ Harvey – Musiche Maschere Vita) orchestra qui notevolmente l’aspetto psicologico, i giusti stacchi, una vicenda ben strutturata e un finale appuntito. Ma soprattutto, considerevole intensità.
La presenza misteriosa, incastrata verticalmente fra le pieghe della vita di tutti i giorni, si riverbera in ogni sguardo, in ogni “ piccolezza dei vivi“: attraverso l’irreale, il reale prende ancora più colore. E nonostante ci si muova fra spazi di luce negata, questo romanzo illumina la lunghezza delle dinamiche familiari, mostra una generazione titubante accatastata in provincia, porta in primo piano i grovigli annodati nel petto e fa sentire il rumore di coloro che, ogni giorno, rimangono aggrappati alla vita.
E’ eroica tragicità quotidiana, accompagnata da moltissima passione per la musica. Perché dopotutto, non è anche la musica un piombare arcano e verticale sul routinario, che accompagna e intensifica ogni gesto?

___________________________________

La meccanica delle ombre