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Stefano Solventi

La meccanica delle ombre


di Doriana Tozzi per ithinkmagazine



Una storia che si sviluppa e si intreccia paragrafo dopo paragrafo, come un concept album le cui tracce, separate e in sé complete e definite, formano tutte insieme una grande visione, un vorticoso puzzle che disegna un periodo importante della vita di Bernardo, detto Benni, il protagonista. Così, con il ritmo del rock’n’roll (spesso anche scandito da esplicite citazioni di artisti, dai Rolling Stones a Lou Reed, da Iggy Pop ai Cramps, dai Blue Cheer a John Mellencamp e molti altri), si vive la quotidiana e a tratti rocambolesca serie di esperienze di Benni, che forse è un guaritore o forse sono solo gli altri a crederlo, ma fatto sta che dopo un terribile incidente che lo vede coinvolto e dal quale escono tutti miracolosamente illesi, si inaugura per Benni un’escalation di eventi incentrati sui suoi veri o presunti poteri sovrannaturali che gli permetterebbero di salvare o guarire le persone intorno a lui e che finiranno per cambiargli radicalmente la vita.

Questa è in breve la trama de La Meccanica Delle Ombre, primo romanzo del critico musicale Stefano Solventi, celebre firma del Mucchio Selvaggio e di SentireAscoltare, edito da Cicorivolta Edizioni (315 pp., €13,00).

Se all’inizio si ha un po’ l’impressione che si ostenti troppo la “particolarità” di Benni, mostrando i suoi “poteri” prima ancora di aver effettivamente conosciuto il personaggio e dunque spiazzando un po’ il lettore, procedendo con la lettura si comprende invece che in realtà tutti i pezzi di questo puzzle, di questa storia niente affatto surreale, sono perfettamente giustificati musicalmente, proprio come avviene appunto nei concept album, in cui già dal primo brano si scopre e si inizia a familiarizzare con quello che sarà il fil rouge dell’intero lavoro.

A rendere poi più credibile la storia di Benni troviamo numerose caratteristiche della sua vita che tanto in comune hanno con quelle di molti suoi coetanei dell’Italia di oggi: dal rapporto con l’ex moglie Giovanna a quello goffo e delicato con la figlia Samanta, dalla crisi dell’azienda in cui lavora – che lo costringerà ad una persistente incertezza economica – a quello con Gabe, l’amico di sempre, con il quale continuerà fino all’ultimo a condividere avventure, nel bene e nel male. E poi c’è quell’ombra nella camera da letto, che forse è solo la proiezione del lampione in strada o forse è qualcosa di più. L’importante – sembra rivelare questo libro – è quello in cui si crede, perché avere qualcosa in cui credere e sperare è l’ultima chance per una generazione in bilico verso un futuro sempre troppo ignoto.

Una scrittura che spesso si mostra divertita, sempre scorrevole e diretta, e una vicenda bizzarra e altrettanto avvincente, rendono più che convincente questo esordio letterario di Solventi e alla fine non può che farci affezionare al suo protagonista, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.

 

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La meccanica delle ombre