|
![]() |
|||||||||||
i quaderni di Cico
|
||||||||||||
TITOLO FUORI CATALOGO WoW
ragasssiii!!!...
i diritti de LA LADRA DI SPAGHETTI sono stati acquisiti presso
Cicorivolta da GIULIO EINAUDI EDITORE (leggi la recensione di Giuseppe Iannozzi) (leggi la recensione di Renzo Brollo) (leggi l'intervista a Marthita Pepe)
|
titolo: Lei
ha unamica. Si chiama Oli, che sta per Olivia. È la sua
amica del cuore. Hanno vite simili, ciascuna con la propria madre. |
|||||||||||
Fino
a poco tempo fa, raccontavo le mie storie agli amici recalcitranti. Una
notte, in un pub, qualcuno mi ha interrotta. Ma invece di spaccare
la minchia agli altri, perché non le scrivi e basta? Era
uno della sottospecie, ovvio. Uno di quelli al secondo posto nella mia
classifica: nutella, uomini, zucchero filato. E comunque ho fatto mente
locale, grazie a quel tipo. In fondo, che cosè la voce? Basta
andare sugli argini del Po quando è buio, per vederla condensare
in sbuffi evanescenti come nebbia, sospesi sulla corrente, sempre più
lontani. Poetico. Sì. Io adesso faccio così, cammino spesso
in riva al fiume, con la testa piena di parole, nello zaino il computer.
E a volte, quando già la luce rende cupa lacqua grigia, chiudo
gli occhi un attimo, stringendo sul cuore qualcosa che solo io sento.
(Marthita Pepe)
|
||||||||||||
Benzina che ti attraversa il sangue. Ritmo. Ecco cosa. Ed è facile da spiegare. Letteratura spontanea e selvatica come se ne trova più poca, in questi tempi di facili, onnipresenti scuole di scrittura e di allevamenti di scrittori in batteria. Ironia corrugata, disincanto e la giusta dose di rabbia. Lei ne ha da vendere. Ti ruba da quello che stavi facendo e ti porta via, una pagina dopo l'altra. E non importa quanto durerà, perché sai già che lo stile arguto e semplice di Marthita Pepe, con il suo corso innato, secco, incisivo, è tanto sorprendente quanto contiguo alla tua stessa semplice voglia di andare. (Paolo West) |
||||||||||||
Brani tratti da LA LADRA DI SPAGHETTI Mentre
andiamo al Tio Pepe. Tutto mentre andiamo al Tio Pepe. (...)
'Sta storia, come la chiama Olivia, è cominciata a gennaio. Ero
al Chatam, dove mia madre fa lap dance. Era una serata ciucca, un sabato
di quelli che non auguri a nessuno. Olivia era per i fatti suoi. Ciondolavo
per casa nuda come un verme, indecisa se vestirmi e uscire a zonzo o andare
a letto. Mia madre si stava preparando e ogni tanto mi gettava un'occhiata.
Mi arrivavano messaggi sul cell e io li cancellavo senza leggerli. Dovevo
andare a dormire, punto e basta. Invece mia madre ha detto :"Perché
non vieni con me? Almeno impari un mestiere." Gualtiero
è sempre molto carino. Sa che mi piacciono gli spaghetti e me li
fa preparare. Al Chatam, la cucina è piccola, non fanno ristorazione,
ma per certi clienti ci sono parecchie eccezioni. Per me, poi, Gualtiero
stravede manco fosse mio padre. C'è stata un'età in cui
ho dubitato seriamente che lo fosse. Facevo una testa così a mia
madre, ogni giorno. E non trovi che mi somigli, e guarda che il naso è
lo stesso, e vedigli le orecchie
Insomma, ne ero quasi convinta,
finchè lei mi ha detto: "Senti, se sapessi chi è tuo
padre, te lo direi." Allora, una sera, ho invitato Olivia. Gualtiero
è stato un tesoro anche con lei. Anzi, come sorpresa ci ha preparato
un gelato alle fragole da fine del mondo. |
||||||||||||
Marthita Pepe vive a Torino. E basta. In fondo, parlare non le piace granché. Però sa scrivere. Se la chiami al telefono, la sua voce ti risponde in tono flebile e gentile, ma c'è sempre una vena di fretta, per cui è chiaro che in quel momento ti sta facendo un grosso favore. |