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titolo: "Cerchio a metà - IL TROMBAMICO"
collana temalibero
autore Ione Vernazza
ISBN 978-88- 95106-87-8
€ 13,00 - pp.151 - © 2011 in copertina, illustrazione originale di Simone Pieralli .


Secondo una certa disciplina orientale, la perfezione del cerchio è costituita da due componenti, yang e yin. Nel cerchio (Tao), gli elementi, pur rimanendo distinti, si completano. Ora, a prescindere da osservazioni di tipo tecnico-filosofico di cui non è questa la sede, nonché dalla speculazione su ruoli e metafore di tipo tutt’altro che meramente simbolico, nell’ottica dell’attuale società, a voler trovare una certa analogia, quegli elementi di complementarietà sono andati via via assumendo una connotazione per cui la completezza interattiva tra maschio e femmina svanisce o si modifica sostanzialmente.
L'ottica è appunto quella del cosiddetto Trombamico e, dunque, primariamente, del Cerchio a metà. Vale a dire, un tipo di relazione in cui le parti non mirano a fondersi, quanto piuttosto a usufruire l’una dell'altra, cosicché il più delle volte il rapporto tra i due sessi, lungi da ogni vera e profonda consapevolezza, si limita, per un motivo o per l’altro, alla superficie più parziale della conoscenza.

 

 

... e di Ione Vernazza, leggi anche OTORUT e QUADRO A RETE

 

 

 

 

La protagonista di questa storia, Beatrice Sogni, compie una serie di incontri più o meno virtuali iscrivendosi a vari social-network. La vicenda si svolge nel giro di un anno, intersecandosi con la vita reale di Bea, la cui famiglia è composta dalla figlia Veronica e dal gatto Cipollo.
La donna avrà modo di sperimentare e comprendere ruoli, comportamenti ed emozioni. Il cammino verso la conquista di se stessa e del proprio modo di essere femmina e di rapportarsi al maschio sarà spesso tortuoso. Ma la vicenda, ad onta di tutto, si concluderà con un esplicito messaggio di seducente ottimismo.

 

 

 

Brano tratto da "Cerchio a metà - IL TROMBAMICO""

(...)

“Come avrai notato per telefono qualche volta sono uno scasso. E poi tu in un certo qual modo hai la facoltà di pormi in imbarazzo: ieri sera ti ho scritto sul social network, che per me è una nuova esperienza. Senza recitare a far l’educanda riconosco che, a parte qualche imbecille troppo giovane o qualche tipetto cafone o troppo brusco, è un modo per far conoscenze, che poi possono rimanere buone amicizie o evolvere in altra maniera. Mi chiedo perché non istituiscano un network serio per conoscenze fra donne, ove non intendo solo lesbiche, o uomini, ove non intendo solo gay: nel senso che l’argomento sesso a mio parere non è prioritario. Una volta sbrigate le prime incombenze sto cercando di rilassarmi, e oggi è il primo giorno in cui mi riposo. Perciò ho anche il tempo di scrivere. Se verrai preferisco non ci dilunghiamo più eccessivamente al telefono. Al limite è sufficiente che tu mi invii stasera un messaggio in cui mi comunichi l’ora del tuo presunto arrivo. Quando poi sarai giunto nel luogo ove risiedo penserei di incontrarti scendendo una scala in mattoni bianchi, stretta e dritta, lunga 244 gradini, sempre se non distolgo gli occhi e rotolo intanto che tu starai ad attendermi. Che ne dici? Bea”. Dopo aver scritto l’e-mail, Beatrice pensava al modo in cui avrebbe reagito Matteo. Se era intelligente come pensava di essere avrebbe apprezzato la mano tesa per l’amicizia, se invece era solo in cerca della scopata, come era probabile, al di là delle belle parole se la sarebbe squagliata con il pretesto che Bea era alquanto pazzoide. E infatti il buon Matteo aveva inviato un sms. “Dopo un’attenta anamnesi, ritengo sia il caso di non incontrarci. Scusa”. Bea aveva prontamente annuito. “Ottima anamnesi, io qualche volta sono un po’ lenta a prendere le risoluzioni. Un suggerimento. Non inviare la tua foto di presentazione con il sigaro così penzoloni! Buona fortuna. Beatrice”. Matteo aveva replicato. “Grazie per il suggerimento. Ne terrò conto. Buona fortuna”. Anche il capitolo Matteo era chiuso. Un buon soggetto se incontrato nella vita reale, chissà… Nel complesso Beatrice era soddisfatta, il pericolo era schivato, la conoscenza era stata interrotta in maniera civile, Matteo era davvero capitato a proposito per descrivere il prototipo d’uomo civilizzato, per nulla sgradevole, ma dotato della classica superficialità con cui si muovono i maschi. E magari non pensava neppure alla scopata veloce, ma all’idea di dovere impegnare un pochino il cervello si era spaventato. La donna deve essere sì intelligente, ma non problematica, almeno verso il modo di essere del ‘lui’ di turno. Insomma, se una donna si propone su internet in una rubrica per accoppiamenti più o meno ideali, è assurdo che poi disquisisca sull’utilità dei suddetti! Vero, verissimo. Ma perché non considerare che una vita di coppia, comunque essa sia, per la sensibilità femminile diviene tale solo se supportata da una sana amicizia basata sulla possibilità di essere sinceri, a pari grado? La lode fine a se stessa, la dichiarazione ‘sei una signora’, servono solo a imbalsamarti in un ruolo che invece è suscettibile di molte modifiche; in una donna affetto e amore, secondo Beatrice, scaturivano sempre e ancora, checché se ne dicesse, dal potersi trovare a proprio agio con il proprio partner. Musicista e strumento: perfetti ambedue, come i ruoli, interscambiabili nella praticità della vita, da interpretare con grande riguardo verso la donna nel comportamento sentimentale.

(...)



 

Ione Vernazza è nata a Parma. Laureata in Lettere, divide la propria residenza fra la Liguria e la Lombardia. Ha scritto e pubblicato numerosi racconti e quattro romanzi:
Campo 58 (Edicom, 2005), Vasca da letto (Fratelli Frilli Editori, 2006), Sedia da ballo (Arduino Sacco Editore, 2008),
Quadro a rete (Cicorivolta, 2009).


Il suo luogo internet è:
www.ione-anguilla.it