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cocaina & cioccolato

recensione di ARCILETTORE

"Questo libro, come già “Ladra di spaghetti” e “Iggy non è un alieno”, è il racconto di un malessere che coglie le nuove generazioni di fronte a un mondo che risulta sempre meno accogliente e dove la marginalità diventa quasi una sorta di necessità per non scomparire. Nel libro di Menna, a questi elementi, si aggiunge, con una serie di accenni che sono copiosamente sparpagliati nelle pagine del testo, una forma autistica del protagonista verso il mondo, nel quale egli non cerca qualcosa ma semmai di cancellare le cose. Questa patologia non ha i connotati della malattia per come la conosciamo, è una nuova sindrome sociale che l’autore ci rappresenta con una scrittura serrata, priva di pause, quasi soffocante nella sua determinazione di comunicare. La mancanza di colpe del protagonista, nonostante percorra una strada di omicidi per futili motivi, furti, droga, non è cinismo, ma incapacità di relazione, di sviluppare una qualsivoglia forma di socializzazione. Anche la sua propensione a consumare il sesso con le prostitute è una conferma di questo atteggiamento. Anche quando, con la giovane prostituta albanese, prova a stabilire un contatto, non riesce. Il suo abbandono non è una sconfitta, ma l’inevitabile conclusione di un rapporto che altrimenti non sarebbe riuscito a gestire. Anche Napoli, con i suoi vicoli puzzolenti, sporchi, apparentemente invivibili, diventa lo scenario inevitabile di questa storia. Il suo unico contatto con l’altro sono le lettere scritte a Monica, peraltro in una dimensione virtuale. Il libro è incredibilmente interessante, bello, uno di quelli per i quali si potrebbe consumare una notte solo per parlarne." (www.arcilettore.it)

 

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