i quaderni di Cico
 
   

 

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titolo:Cocaina & Cioccolato
collana i quaderni di Cico
autore Antonio Menna
ISBN 978-88-95106-28-1
- € 11,00 - pp. 135 - in copertina, "Arrobamiento mezclado", olio su tela di Andrea Tarli


Una giovane prostituta albanese bella, sfrontata, dalle idee chiare. Un carcere minorile dove entrano droga e armi. Una gang di ragazzini. Un obiettore di coscienza tormentato dal sesso e una città morbida e tesa, in cui tutto è consentito e nulla è sicuro.
Sono questi gli ingredienti di un romanzo nero e d'amore, ambientato in una Napoli assolata, torbida e "verace" nella quale i protagonisti si perdono e si ritrovano, e dove lo smarrimento è l'unico orientamento.

 

antoniomenna.wordpress.com/il_blog

 
...e di Antonio Menna, acquista e leggi anche BACIAMI MOLTO, 500 pagine per un giallo corale, una grandissima prova d'Autore, un mosaico suggestivo di personaggi, relazioni, alleanze congiure, tradimenti... (per saperne di più vai alla scheda)
 

tratto dalla prefazione di Pietro Treccagnoli

(...) Antonio Menna, in questo sorprendente romanzo d’esordio, racconta di un picaro napoletano del ventunesimo secolo. Solo e affamato di vita, chiuso a metà nel carcere di un’obiezione di coscienza, più un rifiuto che una scelta. Non è un Lazarillo, non è così giovane. Ché anche la vita randagia oggi esige, come tutto, un’età appropriatamente più matura. L’addestramento al male è rapido solo per chi ne fa un mestiere e un investimento familiare. La trama segue una sola traccia, solida però. E’ la storia di Ennio, dei suoi amori e dei suoi delitti. La Napoli che lo circonda è una metropoli quasi tutta in bianco e nero: notturna, cupa, popolata di transessuali, cocainomani, boss minorenni, puttane e ipocriti venditori di morali e false religioni. Ennio non giudica. Talvolta rifiuta. Ma in questo inferno metropolitano vi si immerge preferendo i margini, da dove può osservare meglio e da dove può, eventualmente, scappare prima.(...)

 

Le sue dita sulla tastiera devono andare veloci, almeno il doppio dei suoi pensieri. Flusso e getto di coscienza. La ricetta è semplice, l'ingrediente è unico: si chiama talento. La scrittura di Antonio Menna è una continua sollecitazione visiva. Le parole nelle sue mani moltiplicano e rafforzano gli effetti emotivi e di evocazione. Il miraggio diviene tangibile, il buio non è mai cieco. La fortuna è una manovra, difficilissima e abilissima. La sua Napoli inquieta-cocente, martellante-accessoriata, narcotizzata-splendida, maledetta & fragile come un sorriso di labbra orfane, appare singolare e universale insieme. (Paolo West)

 

Brano tratto da Cocaina & Cioccolato

(...)

Luce negli occhi e i pensieri si sciolgono sotto i raggi del sole di prima mattina, che filtrano dalle sbarre e si appoggiano al pavimento sbrecciato. Luce di sole che splende e di musica che sale e di struscio di pantofole e di cigolio di rete e di facce assonnate, stralunate, affaticate e vecchie. I delinquenti miei compagni di cella sono già svegli. Io mi piego nel letto e li guardo. Che cosa curiosa. Restano fermi qui, in un paio di metri quadrati, ore ed ore, eppure si buttano giù dal letto prestissimo, si lavano con cura, si profumano di sapone, si vestono a festa, acqua nei capelli, gelatina, collanina e braccialetto. Proprio come se dovessero uscire, andare a lavorare, a scuola, a una festa, da una parte qualunque. Invece tutto quello che fanno è stendersi sulla branda oppure tutta una serie di corsi per artigiano, pizzaiolo, radioriparatore, stuccatore, intarsiatore, cuoco, elettrauto, eccetera. Poi magari girano nel cortile. E poi ancora stesi sulla branda, fino a sera, fino a un nuovo sonno e ad un nuovo risveglio.
“Piacere Luigi”, mi dice uno dei ragazzi che mi sorride dallo specchio e poi si gira verso di me, allungandomi la mano. Gli altri due si voltano e ci guardano da lontano. Stringo la mano e ricambio il saluto. Mi alzo dal letto e vado a lavarmi dietro la tenda ma sento i loro occhi addosso. Mi vesto ed evito di guardarli.
“Voi siete una guardia?”, mi chiede il più minuto dei tre, capelli rossi incollati di gel e occhi neri fumo, dilatati e fermi. Io non gli rispondo e continuo a vestirmi.
“Volete fumare?”, mi chiede un altro ragazzo, sottile come una matita. Faccio segno di no con la testa. “Dovreste essere contento – mi dice – voi potete uscire, andare in giro, mica come noi?”. Io penso che per me è pressappoco uguale, uscire, non uscire. Non dico nulla e mi avvio verso la porta. Ma quello che si è presentato come Luigi mi blocca: “Me lo fareste un piacere? Se non vi dispiace, eh. Me la comprereste una scatola di cioccolatini, quelli rossi coi fiocchi, quelli che fanno la pubblicità in televisione. C’ho una voglia. La scatola da quattordici, quella rossa col fiocco. I colleghi vostri me l’hanno sempre fatta questa cortesia. Se andate di fronte la trovate, me l’hanno detto. Me la fate questa cortesia?”. Resto immobile con la testa, lo lascio nel dubbio e batto forte sulla porta per uscire. La guardia mi apre il primo cancello e poi il secondo e poi il terzo. Firmo in portineria e vado via. La guardia mi chiede se sono nuovo. Certo che sono nuovo, ho cominciato stamattina. Obiettore di coscienza, per la burocrazia odc. In servizio di leva, civile, sostitutivo. Devo servire la patria. Minchia.
“Tra un paio di settimane ti daranno un letto nella stanza con gli altri obiettori - mi dice -, adesso ti devi arrangiare così”. Annuisco senza dire nulla. Non sono socievole, lo so. Anche a quei ragazzi non ho voluto dare confidenza. E perché avrei dovuto? Non mi piacciono. Mi spiazzano. E’ come con i matti. Da dove cominci? Che lingua parli? Come fai a giocare a tennis con uno che non ti fa arrivare la pallina al di qua della rete? Come fai a discutere con un quindicenne che spara stupra ruba ride e fa il tifo per il Napoli? No, non ci posso parlare. Che ci spartisco con loro? Niente. E i cioccolatini non li compro, che me ne fotte.

(...)

 

 
Antonio Menna è nato a Potenza nel 1968 ma vive a Napoli (in provincia) dal 1980. Laureato in Scienze politiche, ha cominciato a collaborare con i giornali a 18 anni e non ha più smesso. E' iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 1991. Collaboratore del quotidiano Il Mattino, suoi articoli appaiono su testate nazionali e locali, tra cui Il Manifesto, Liberazione e la Tribuna, nonché i settimanali Vita e Avvenimenti e il mensile La Voce della Campania. Antonio Menna si occupa anche di comunicazione e di progettazione sociale con l'ente non profit RiMEDIA, di cui è vicepresidente. Altra sua passione è la politica: dal 1996 è consigliere comunale a Marano di Napoli, città di 60mila abitanti a nord del capoluogo campano; dal 2000 al 2005, della stessa città, è stato anche assessore alle politiche sociali.
"Cocaina & Cioccolato" è il suo primo romanzo.
 

PREMIO FELTRINELLI...

Antonio Menna, il nostro autore di Cocaina & Cioccolato , ha anche vinto un prestigioso premio letterario con un racconto breve dal titolo "Inchiostro".
Il premio di cui si tratta è "Letti in un sorso", bandito dalle librerie Feltrinelli e dall'azienda vinicola Santa Margherita. Presidente della giuria: Ranieri Polese, inviato delle pagine culturali del Corriere della Sera. Il premio è stato consegnato il 7 novembre a Venezia. Il racconto sarà pubblicato sul retro dell'etichetta di una bottiglia di vino pregiata dell'azienda Santa Margherita; bottiglia che, ovviamente, come ci comunica Antonio Menna, "berremo assieme alla prima occasione, dedicando un sorso e un assaggio a Cicorivolta & friend’s."

 

 
 

Basta con Saviano

di Antonio Menna

Basta con Saviano

 

"Chi mi conosce sa che nutro una stima antica e solida per Roberto Saviano. Gli sono vicino e sono suo attento estimatore da ben prima del successo, quando girava, come tanti di noi, vessato e ansioso, nelle redazioni locali a proporre pezzi, inchieste, racconti".

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