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Dopo tutto questo tempo
Luigi Milazzo

I don’t believe in Beatles.
I just believe in me. Yoko and me

Intervista all’Autore
di Giuseppe Iannozzi


1. Luigi Milazzo, Dopo tutto questo tempo è il tuo primo romanzo, edito da Cicorivolta edizioni. Ma suoni anche nella rock band Zahir. Dopo tutto questo tempo è un lavoro particolare, quasi una lunga confessione o preghiera d’amore che par essere stata scritta di getto. Ti chiedo dunque, quale necessità ti ha spinto a scrivere questo romanzo, non privo di parecchie disperate immagine poetiche?

R. Innanzi tutto ti ringrazio per aver definito il mio lavoro “particolare”. Esprime bellezza. Dopo tutto questo tempo è una lunga parola d’amore, è una sensazione trasformatasi in sentimento, e i sentimenti sono veloci, intensi, e se li senti arrivare, la miglior cosa da fare è prenderli al volo, senza indugi, senza perché, e così. Dopo tutto questo tempo è stato preso al volo e di getto scritto, per coglierne ogni sfumatura. Scrivere il romanzo e le canzoni che compongo con gli Zahir, per me sono una sorta di terapia attraverso la quale riesco a fare i conti con me stesso, una sorta di sfogo, un modo per uccidere i miei fantasmi e mettere in ordine le vecchie sensazioni che si mischiano alle nuove, ogni giorno.

2. Senza tentare un paragone con Beautiful Losers, romanzo di Leonard Cohen degli anni Sessanta, mi sembra giusto sottolineare che Dopo tutto questo tempo potrebbe essere un tentativo di letteratura postmoderna. Sei d’accordo?

R. Non è una scrittura classica, questo è sicuro. Si è sempre scritto e parlato dell’amore, della storia tortuosa nata da un amore e di tutte le conseguenze ad esso connesse. La mia scrittura è frutto degli anni zero, introversa, delicatamente violenta, segue il tempo delle emozioni di questi anni. Come dice Vasco Brondi, “cosa racconteremo ai figli che non avremo, di questi cazzo di anni zero?”. Probabilmente non racconteremo niente. Probabilmente capiranno da questa letteratura.

3. E’ Dopo tutto questo tempo un romanzo autobiografico, o lo è solo in parte? O, invece, è puro frutto di una strabordante immaginazione?

R. E’ stato così veloce e pieno di passione che è impossibile dirti cosa è e cosa non è autobiografico. E’ come se avessi distrutto e ricostruito quei particolari della mia vita, del mio passato, che accennavano una nota stonata. Ho dato una forma poetica a immagini che mi appartengono. Ho costruito una mia vita che in fondo non è tanto mia. Può essere di tutti, ecco perché non ho voluto dare nomi ai protagonisti della storia.

4. Il tuo stile narrativo è ben lontano dal minimalismo imperante nella letteratura italiana e non solo. I tuoi periodi sono molto lunghi, talvolta arzigogolati, per una prosa quasi gogoliana. Non sarebbe stato forse più conveniente adottare uno stile meno viscerale, più immediato?

R. Il protagonista del romanzo vive un viaggio profondo dentro se stesso. E‘ un flusso di coscienza che ripercorre la sua vita, focalizzandosi in determinati momenti, quelli che vive con “Lei”. Una volta mi hanno detto: Cos’e l’amore?. Risposi: un sentimento. E cos’e un sentimento? Mi sentii dire subito dopo. Rimasi in silenzio. Ecco, sono riuscito a scrivere di quel silenzio, ed è difficile, se non impossibile, incastrare il silenzio tra due punti in un periodo deciso, secco, immediato. Ecco il perché dei periodi lunghi e complessi. E‘ stato tutto molto naturale. Cos’e un sentimento?

5. D’obbligo, a questo punto, chiederti quali sono gli autori contemporanei e non che, nel corso degli anni, nel bene e nel male, ti hanno influenzato e perché.

R. Jack Kerouac. Banana Yoshimoto, il suo primo romanzo “Kitchen” è bellissimo. I primi libri di Nick Hornby. Irvine Welsh e i suoi Trainspotting, Colla, Porno, Tolleranza zero. Adoro la penna di Filippo Timi, di Niccolò Ammaniti, Erri De Luca… John Lennon… Libri che hanno segnato momenti importanti, che sono parte di me, è inevitabile una loro influenza nel mio modo di pensare, parlare, di comportarmi…

6. Sostanzialmente Dopo tutto questo tempo è una storia d’amore, d’un amore fra tanti contrasti e incomprensioni: “Mi spingo oltre Noi, perché Noi siamo l’universo e tutti i pianeti in esso contenuti.” A tuo avviso, Luigi Milazzo, ha ancora senso parlare d’amore oggi come oggi, in una società dove impera l’individualismo e la violenza (soprattutto sulle donne)? Esiste ancora un amore immarcescibile, che osi sfidare il tempo e lo spazio, come quello di John Lennon e Yoko Ono?

R. Ha sempre senso parlare d’amore. Non prendiamoci per il culo. Soprattutto oggi, tra individualismo e violenza, come ben dici. La storia degli ultimi anni, la paura che la televisione ogni giorno ci mette davanti agli occhi, la religione, la politica, e chissà quante altre cose, ci hanno reso sterili, indossiamo armature a doppio strato per proteggerci dal mondo fuori. E‘ come se fosse quasi vietato mostrarsi deboli. Siamo in una società dove si prega il dio denaro, non per niente poco fa ho fatto l’esempio della politica e della religione, entrambi pregano banchieri. In tutto questo, l’unica cosa che non si compra è l’amore. Ce l’hai dentro e non ti resta che chiederlo. Lennon per amore ha sputato sui Beatles. SUI BEATLES, capisci??? In God, canta: I don’t believe in Beatles. I just believe in me. Yoko and me. Non aggiungo altro.

7. La musica ti ha aiutato nel corso della stesura del tuo romanzo, e se sì, in che modo?

R. La musica non solo mi ha aiutato, ma ha fatto da propulsore. Fondamentale. Per rendere i personaggi più umani possibile e sopratutto per far capire al lettore lo stato d’animo che in quel preciso istante Lui e Lei vivono, ho usato le canzoni. Cito molte canzoni e lascio i commenti ai protagonisti. Mi piacerebbe che il lettore andasse ad ascoltare quella canzone X come i protagonisti del romanzo, lasciarla da sottofondo e continuare a leggere. Io ho scritto parecchio ascoltando musica in cuffia, per isolarmi insieme ai protagonisti. Fantastico.

8. Alice, c’è anche lei nel tuo romanzo. Chi è Alice, e, soprattutto, qual è il suo ruolo nella storia d’amore che tu racconti, Luigi?

R. Alice è fondamentale. Rappresenta molte cose, attraverso lei tutto diventa reale, il ritmo della storia torna “normale”. Con Alice cambia anche la scrittura, diventa più discorsiva, leggera, e si sente il cambio di tempo dal flusso di coscienza della prima parte, alla vita reale della seconda. Alice, innanzi tutto è l’unico nome che compare. Niente storie, Alice c’e, è reale. Come scrivo, Alice è il terzo cuore, è tutto ciò che di magnifico potesse nascere da un amore intenso come quello provato dai protagonisti, da Lui e da Lei. Rappresenta il futuro. Alice è l’amore tra i due. Mi ricollego alla domanda di prima, che cos’e l’amore? Lui e Lei risponderebbero, Alice.

9. In che misura “croce” e “delizia” sono mondi sommersi nel tuo romanzo?

R. Litfiba a parte, tra l’altro, profonda stima per mondi sommersi!... Croce e delizia, un incubo e il piacere, una sofferenza e una gioia… Sono due sentimenti contrastanti, due facce della stessa medaglia… Croce e delizia in ognuno di noi, se manca uno dei due siamo incompleti. Nel romanzo, croce e delizia si percepiscono, non si parla di misure, sono sensazioni.

10. Lui & Lei. Possiamo dire che Lei è una Regina di Cuori (Donna meravigliosa sei donna pericolosa/ Ti fondi e mi confondi mi cerchi e poi ti perdi via così/ Io non so se l’amore è guerra o pace/ O collaborazione e grande partecipazione […])?

R. Questa la lascio al lettore. Lei è una DONNA, quindi una regina, con tutte le paure, insicurezze, forza, voglie… che la rendono bellissima agli occhi del mondo.

11. C’è una morale o un messaggio sociale che tu, Luigi Milazzo, lanci attraverso le pagine di Dopo tutto questo tempo?

R. Il protagonista affronta un esame di coscienza con se stesso, si giudica, si mette in gioco, affronta le paure… Non c’e una morale o un messaggio sociale, attraverso le mie parole, porto il lettore a capire i perché delle scelte dei protagonisti. Inconsciamente ci troviamo sempre dinanzi a dei bivi dove si deve prendere una scelta, e che sia giusta o sbagliata non importa, l’importante è scegliere, e se poi risulterà la scelta sbagliata, tanto meglio.

12. Senza rivelare il finale del tuo romanzo, una relazione d’amore che finisce può tornare ad essere bella, nuova, insindacabile?

R. Sono stato sempre dell’idea che indietro non si torna, che è difficile rianimare un cuore morto. Ma se una relazione è stata il frutto di un amore, vuol dire che qualcosa di bello c’e stato. In merito vorrei citare Banana Yoshimoto “I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa.”

13. Luigi Milazzo, ti va di accennare qualcosa in merito ai tuoi progetti per il futuro?

R. Ho ultimato da poco il secondo romanzo, ci credo molto. Mancano mesi alla laurea magistrale in economia e politica dell’ambiente, quindi, mi muoverò di conseguenza, anche se in questo momento in Italia si respira parecchia merda. In tutto questo non smetterò mai di suonare. Poi, magari, tra una settimana cambio progetti e prospettive, chi lo sa…

 


Dopo tutto questo tempo