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titolo: "LA LUCE SCOMPARSA"
collana temalibero
autore Vladimir G.Londini
ISBN 978-88- 95106-55-7
€ 12,00 - pp.167 - © 2009 - in copertina e all'interno illustrazioni originali di Maria Molina


La dimensione umana è illuminata dall'innovazione scientifica.
L'uomo è incantato dal proprio potere tecnologico e dalla propria grandezza.
Un giorno però accade che il buio notturno
non lascia più spazio alla luce.
Per anni la Terra non sentirà più
il calore del sole e rimarrà coperta dal gelo.
Via via, non ci saranno più nazioni,
né popoli, né metropoli.
Solo alcuni piccoli villaggi e città
riusciranno a trovare rifugio nelle caverne.
Ma la vita nei sotterranei
si rivelerà molto fragile,
sino a rischiare di sparire.

Questa è la storia di Roy,
uno tra i pochi abitanti sopravissuti
nel gelido pianeta…



 

 

Brano tratto da "LA LUCE SCOMPARSA"

La luce dei fari del fuoristrada tagliava il ventre della notte gelida. Il suo morso si richiudeva sul lunotto termico, costantemente acceso.
Il freddo penetrava fin sotto il berretto di pelliccia di Roy, stringendo in un cerchio d’acciaio i brandelli di malinconici pensieri, non ancora assopiti per il lungo e noioso viaggio.
Roy rabbrividì. Questa brutta sensazione non lo abbandonava, solidificata in un velo di ghiaccio.
Era irritato per la fatica che lo oberava, senza trovare una via d’uscita.
Rallentò la corsa. Quando il tachimetro arrivò sui venti chilometri orari, inserì il pilota automatico. Aprì lo sportello e scese, correndo accanto all’automobile che illuminava il percorso.

La neve scricchiolava tristemente sotto gli stivali di pelliccia, conservando il ricordo del suo passaggio accanto alle impronte degli pneumatici.
L’aria secca, cristallizzata dal freddo fino all’ultimo filo, pungeva le gote non rasate da una settimana. Nonostante tutto respirava bene.

La corsa diede energia al cuore e al corpo, intorpidito dopo la lunga permanenza al volante.
Riprese le forze, e un piacevole calore fluì per le sue membra. Avvertì un senso di leggerezza, come se di colpo il fardello implacabile, onusto d’anni, si fosse alleggerito. Si sentì trasportato in un sogno, fra nuvole di cotone, dove sedeva pigro un sole raggiante. Il calpestio dei piedi sulla neve scalciava questi impercettibili ricordi.

L’infanzia luminosa si dileguò. Così rimasero indietro, nel buio congelato, gli anni dell’adolescenza, delle speranze della gioventù, delle prove della vita e dei primi errori.
Mentre correva si avvicinava alla sua età: fino a quarantadue anni, che compiva proprio quel giorno. Aprì la portiera dell’automobile, e saltò sul sedile per riposare. Gli pneumatici scivolavano sulla neve meno compatta.
- Forse è un ruscello, o un piccolo lago congelato - pensò. Si accomodò e prese la cartina del luogo.
Dopo un breve calcolo mentale del tempo trascorso, dedusse che da lì a poco avrebbe percorso tutta la pianura, e sarebbe giunto ai piedi di una collina.
Roy staccò il pilota automatico e accelerò.

Dopo circa un quarto d’ora, la luce dei fari illuminò alcuni tronchi, nudi e congelati. I rami si abbracciavano e si intrecciavano l’uno all’altro, come orfani che si sostengono per non crollare.
Questo lo riportò all’immagine di un vecchio cimitero di campagna abbandonato, solitario, con croci inclinate dal peso del tempo.
- Non credo che per oggi possa trovare un posto più accogliente per fare una sosta - pensò Roy fra sé avvicinandosi al boschetto desolato ai piedi della collina.
Fermò l’auto e prese dal bagagliaio un’accetta.
Un paio di alberi ghiacciati fino alle radici caddero sotto i colpi della scure.
Sistemò un bivacco, e i ciocchi per riscaldarsi e preparare da mangiare. Le fiamme avvolsero la legna al primo starnuto dell’accendino. Le lingue di fuoco l’avvolgevano, salivano affamate di libertà e con avidità fagocitavano i rami rinsecchiti dal terribile freddo.
Roy tornò alla macchina e prese dallo zaino una scatola di fagioli, un pezzo di cinghiale affumicato e una bottiglia di whisky scozzese “Grants”.
Spense i fari, e dalle tasche della pelliccia di volpe prese un fazzoletto, che stese accanto al fuoco per farne una tovaglia. Vi sistemò la carne, poi con un coltello a serramanico tagliò delle fette sottili con la lama affilata. In tutta calma svitò il tappo della bottiglia e diede il primo sorso ghiacciato che bruciò nella sua gola. Anche il fuoco prendeva forza. Respirava calorosamente, come a lottare contro il freddo e il buio, che indifferente e silenzioso non rispondeva al suo attacco. Neanche le innumerevoli costellazioni del cielo lo disturbavano.

Era il trentottesimo anno da quando l’oscurità copriva completamente il pianeta. La catastrofe accadde all’improvviso. Un giorno il sole tramontò, e il buio della notte non diede il passo all’alba.
In quel lontano giorno senza mattino, tutti pensarono che l’eclissi solare fosse il solito capriccio della natura, la sua solita breve malattia.
Forse, invece, era la fine del mondo!
Il ritardo inusitato dell’inizio della giornata fu guardato come un miracolo. Le strade delle città rimasero illuminate dalle luci dei lampioni e dalle vetrine dei negozi. La luce fluiva per le vie e dalle finestre delle case e dei locali che si svegliavano. Continuava a scorrere attraverso scie luminose lasciate dai fari di migliaia di automobili guidate dalla gente semi-addormentata.
Nella metropolitana non si percepiva niente di strano. Alcuni passeggeri negli autobus guardavano attoniti gli orologi e stupidamente chiedevano ad altri che ora fosse. Nessuno sapeva rispondere e continuavano a far cadere la testa addormentata sulla spalla sconosciuta del vicino, fino a quando non giungevano alla loro fermata.
Eppure i mezzi di comunicazione non avevano annunciato alcuna eclissi o fenomeno solare.
L’eccezionale oscurità non suscitava paura, aleggiava solo la curiosità. Tutti volevano conoscere la causa dello strano fenomeno, e fino a quando sarebbe durato.

(...)


 

Vladimir G. Londini è un nome d'arte, ispirato all'autore dall'Ignoto, del quale, in tutta la sua vasta produzione letteraria, si occupa. Infatti, dalle commedie alle fiabe, alla narrativa più profonda, la passione di Vladimir G.Londini è legata alla ricerca e alla speculazione intellettuale proprie dei labirinti dell'essere e dell'apparire della dimensione umana.

In Italia ha pubblicato anche “Sulle scale dell'Infinito” e "Sulla fronte non toccata dal tempo" (romanzi - Cicorivolta 2009)