|  |  | Brano 
        tratto da "SULLA FRONTE NON TOCCATA DAL TEMPO" (...) Dopo 
        estenuanti sforzi per trovarlo, finalmente Irvin smise di cercare. Le 
        ultime informazioni, confermate da un giro di telefonate, lo condussero 
        nello Stato del Michigan. Nessuno conosceva il suo vero nome, per tutti 
        era lIrlandese, o il Rosso, per via del 
        colore dei suoi capelli. Doveva essere veramente di origine irlandese, 
        anche il resto delle caratteristiche somatiche lo lasciava intuire. Di 
        corporatura robusta, carnagione chiara. Trasandato nellaspetto, 
        non limitatamente allabbigliamento, anche la pulizia personale lasciava 
        a desiderare. Non era stato facile trovarlo, e altrettanto difficile fissare un appuntamento. 
        Poco si sapeva di lui, ma non quel poco pieno di niente, di inesistenza. 
        Era il poco di tanto: ogni piccolo indizio stimolava la fantasia e amplificava 
        il mistero intorno al Rosso. Era difficile definirlo sciamano, 
        piuttosto che medium, stregone o altro. Irvin aveva saputo della sua abilità 
        nel prevedere, e aveva intuito che fosse la persona giusta, dal rispetto 
        che incuteva negli abitanti della località dove abitava. Rispetto 
        fatto di paura, se non terrore, in alcuni casi. Chiamarlo il Rosso, 
        piuttosto che lIrlandese, era un modo per evitare il 
        suo nome di battesimo, dal quale poteva scaturire unindomabile energia, 
        solo a pronunciarlo.
 Non era facile incontrarsi con il Rosso, non a causa della lunga fila 
        di appuntamenti, ma per motivi personali che lui non aveva confidato ad 
        alcuno. Prendeva appuntamenti solo in casi rarissimi guidato da sensazioni 
        e motivi sconosciuti.
 Viveva da anacoreta. Era tanto rispettato che perfino lo sceriffo 
        della zona stava alla larga. Il suo ultimo visitatore era andato da lui 
        due anni prima, nel momento culminante della campagna elettorale presidenziale. 
        Era il rappresentante di uno dei candidati. Trascorse alcune ore ad aspettare 
        il Rosso sulla soglia, mentre lui lavorava nel suo giardino ben curato. 
        Il collaboratore fu costretto ad andare via senza essere ricevuto.
 Irvin decise di provare, confidando nella fortuna. Diresse laereo 
        verso lo Stato del Michigan. Atterrò in un piccolo aeroporto, vicino 
        al villaggio del medium. Da qui, dopo aver cercato invano un taxi, ed 
        aver verificato linesistenza di un qualsiasi mezzo, fu costretto 
        a fare lautostop per arrivare sul posto. Dopo due ore, cambiando 
        spesso auto, arrivò in un piccolo paesino che si adagiava sulla 
        riva del Michigan.
 La casa del Rosso era lontana dal villaggio. Per raggiungerla si doveva 
        transitare attraverso una stradina che tagliava zigzagando fra le alte 
        betulle.
 Calava il buio. Il lago sospirava di fresca umidità, grazie alla 
        quale non si avvertivano i raggi del sole sospeso, tanto basso che poteva 
        quasi toccare la superficie dellacqua. Appariva un sole indeciso, 
        che meditava, prima di tramontare, come poter evitare di raffreddarsi 
        toccando lacqua con la punta dei piedi, e quindi congelare immergendosi 
        nel lago.
 Dopo mezzora di cammino nel buio, Irvin vide una debole luce. Davanti 
        a lui cera la casa del medium, di legno, completamente ricoperta 
        dedera. Non incuteva paura, non era nascosta, era invece in armonia 
        con le bellezze naturali del lago. Lingresso, con una finestra tonda, 
        era semiaperto. Lilluminazione filtrava dallinterno.
 Goldenmeer-figlio non sapeva cosa fare: bussare o passare attraverso la 
        soglia.
 - Sei arrivato, entra! - risuonò improvvisamente una voce alle 
        sue spalle.
 Irvin si girò. Davanti a lui, vestito da giardiniere e con grosse 
        cesoie, cera un uomo alto, apparentemente della sua età, 
        con la barba rossa, occhi impenetrabili coperti da sopracciglia rosse, 
        che spiccavano da sotto il cappello calato sulla fronte.
 - Entra, non stare lì impalato come una statua, è ora di 
        cena - disse con tono perentorio il Rosso, il quale non aveva lapparenza 
        né di un mago né di uno stregone.
 Il salotto dove lo fece accomodare, non era affatto la cella di un anacoreta. 
        Anzi, ai fianchi del caminetto in sasso, cerano librerie stipate 
        di libri, con copertine di pelle consunte dal tempo, dai titoli completamente 
        sconosciuti ad Irvin.
 - Quale buon vento ti porta qui?  chiese ironicamente il sensitivo 
        ravvivando il fuoco nel caminetto.
 Irvin, nervoso, non sapeva da dove cominciare. Non poteva appellarsi a 
        una disgrazia, né a una delusione damore, o allinsoddisfazione 
        della vita. Nemmeno alla sfortuna negli affari. Superando il disagio e 
        cercando le parole giuste, cominciò a raccontare la storia della 
        visita sul Venere, dellospite non invitato. Il medium portò 
        i piatti in tavola e disse:
 - Mangia e ascolta. Alcune delle nostre azioni, o questioni, richiamano 
        dallaldilà le ombre e gli spiriti che le abitano. Ma i fantasmi 
        come Casanova non sono pericolosi. Non hanno energia sufficiente per disturbare 
        i vivi. Essi vegetano in una dimensione limitata, che non possono lasciare 
        per lungo tempo - profferì queste parole servendo la carne.
 - Poi - riprese, - appartengono alla loro epoca, la loro mente è 
        in relazione al periodo in cui sono vissuti. Per comprenderli, è 
        necessario conoscere i valori del loro secolo, davanti al quale si sono 
        resi colpevoli. Capisci? Sono anime dannate, e anche se quei tempi sono 
        già trascorsi, ancora non sono stati perdonati. -
 Irvin ascoltava rapito, manifestando con un sospiro la sua ansia. Avrebbe 
        voluto fare una domanda, ma non osò interromperlo.
 - Lo dirò solo a te - continuò lo sciamano, - i tempi passati 
        non spariscono e non perdono mai la memoria. I fantasmi del tipo di Casanova, 
        non hanno una missione legata alla custodia dei segreti delleternità, 
        o della vita eterna. La tua azienda, la General Life, cerca 
        di scoprire qualcuno di questi segreti. E ciò è pericoloso. 
        Per questo appaiono inusitatamente, essi sono costantemente presenti dietro 
        le quinte della vita, anche se non li avvertiamo. Si presentano sulla 
        scena allimprovviso, perché i fantasmi che hanno un mandato 
        straordinario. Se dovesse succedere, lazienda e tutta la vostra 
        famiglia sarebbe rovinata. Lincidente accaduto sul Venere, è 
        il primo segnale del pericolo che si sta avvicinando. Quale potrebbe essere 
        il secondo, per ora non sono in grado di dirlo. Forse ciò che è 
        successo, è già più che un segnale dallarme. 
        è un duro colpo dal quale non si può più sfuggire. 
        La mia possibilità dintervento, è praticamente limitata. 
        Posso solo vedere fino a un certo periodo; più indietro si va nel 
        tempo, più difficile è indagare. Le immagini sono sempre 
        più sbiadite, fino a diventare del tutto illeggibili. Oltre un 
        certo periodo, non solo è difficile per me, ma impossibile indagare 
        anche a chi è dotato di poteri straordinari. Comprendi? -
 - Non tutto. Non ci vedo nulla di male nellattività della 
        nostra azienda. Anzi, produce cose dedicate a migliorare la vita, adeguarla, 
        per meglio dire, al nostro tempo. Per quale motivo non si dovrebbero penetrare 
        i segreti della vita, perché non dobbiamo scoprirli? Si è 
        sempre fatto così. Qualche tempo fa, per esempio, hanno trovato 
        un coleottero nel delta dellAmazzonia. Questi insetti hanno due 
        paia dali. Quelle usate per volare, sono ripiegate sotto altre ali 
        rigide, chiamate èlitre, non adatte al volo. Ebbene, con il principio 
        attivo estratto dalle ali rigide di questi insetti, si produce un farmaco 
        che consente di eliminare alcuni tumori - precisò Irvin, senza 
        avere nemmeno assaggiato un boccone della modesta cena.
 - I misteri della vita sono tanti - riprese il Rosso - e la scoperta di 
        questi segreti è del tutto casuale, in relazione al tempo. A volte 
        capita, che tutto quello che sembra a noi opportuno, non è altro 
        che un inganno della corsa del tempo, che non porta da nessuna parte. 
        In parole povere, non è altro che la nostra illusione, e non possiamo 
        metterla in alcuna cornice. La vita scorre da sempre, e noi, in questo 
        fiume siamo appena entrati. Ci si può annegare. Immagina come sarebbero 
        cambiati gli eventi se, per fatalità, non fosse stato bombardato 
        e distrutto il treno tedesco che trasportava lacqua pesante... -
 - Non vedo alcun collegamento tra le ricerche nucleari e il lavoro della 
        General Life  replicò Irvin versandosi da bere.
 - è così, sei ancora cieco. Neanche io vedo tutto. Posso 
        solo attraversare la frontiera invisibile tra il mondo conosciuto e il 
        mondo sconosciuto, ma non riesco ad andare oltre, nellignoto - fece 
        una pausa. Si alzò a prendere dei tovaglioli, quindi riprese.
 - Allora, per quanto riguarda la vostra azienda, ti dirò che il 
        progetto Loto avrà successo. Le spore del fungo che 
        hanno trovato i vostri ricercatori in America Centrale, e anche il polline 
        dei fiori che avete scoperto in Tibet, saranno la rivoluzione della biocosmetica. 
        Luso delle creme prodotte con questi preziosi elementi allontanerà 
        dal viso i segni della vecchiaia. La sorte delle rughe rimarrà 
        solo nelle foto analogiche, o nei ritratti dello scorso millennio. - Indicò 
        con gli occhi la bottiglia di vino, e Irvin accostò il bicchiere, 
        acconsentendo che ne versasse.
 - La tua idea legata al progetto Nettuno, - riprese dopo aver 
        sorbito due sorsi - è bella, ma precorre i tempi. Si può 
        rimanere giovani a lungo usando i doni della flora marina. Nei fondali 
        del mare ci sono piante e vegetali che hanno incredibili proprietà 
        terapeutiche. Alcune di queste piante sono in grado di allungare notevolmente 
        la vita delle cellule e di ritardarne linvecchiamento. Ma, ripeto, 
        abbandona il progetto della giovinezza eterna, altrimenti spenderai inutilmente 
        i tuoi soldi, e il tempo. Lo stesso dicasi per il progetto Virus, 
        le ricerche del gruppo gestito da Merlin. Ci sono delle forze invisibili 
        che è prematuro stuzzicare. Non si può domare, o imbrigliare 
        tutto il mondo nascosto sotto la cortina dellignoto. Esso è 
        vasto quanto lo spazio, ed è anche così enigmatico per la 
        nostra mente, comè misteriosa la sua natura. - Il Rosso accompagnava 
        le parole con disegni invisibili, eseguiti con lindice destro, su 
        un foglio immaginario sopra la sua testa. - Capisci perché ti consiglio 
        di rivedere il tuo modo di pensare?  concluse.
 Irvin, sorpreso da quelle informazioni, non avvertiva più le proprie 
        gambe. Sulla fronte gli scorreva un rivolo di sudore freddo. Il Rosso 
        conosceva, sapeva di tutti i lavori segreti della General Life. Anche 
        dei particolari di cui non erano a conoscenza perfino i collaboratori 
        chiave dellazienda, che eseguivano le ricerche separatamente.
 Percependo lo sgomento dellospite, il medium lo tranquillizzò, 
        dicendo che non aveva alcuna intenzione di vendere o divulgare le ricerche 
        segrete della sua ditta. La sua missione in questo mondo era unaltra. 
        Essere intermediario tra il mondo conosciuto e il mondo sconosciuto, per 
        impedirne la distruzione. Non sempre lignoto apriva le porte invisibili, 
        neanche a lui.
 - Il tema sulla lunghezza della giovinezza - riprese, - è ancora 
        chiuso. Per entrare in questo ambito è necessario attendere il 
        momento astrale favorevole. Quando verrà - sottolineò lindovino, 
        - te lo farò sapere. -
 - Volevo dei chiarimenti, che cosa sa lei rispetto al destino del libro 
        che sarebbe stato nascosto dalla zarina Sofia, sotto un muro del Cremino? 
        - domandò a bruciapelo riprendendosi dallo sgomento.
 - Ti mostro un dito e chiedi tutto il braccio con quello che cè 
        dietro. Pazienza. Tante cose di questa storia misteriosa sono per ora 
        sconosciute per me, impenetrabili .-
 - Ma se il libro esiste, in questo caso il divieto non ha alcun senso. 
        Ormai non appartiene più alla dimensione dellignoto, allimpero 
        del soprannaturale. -
 - Forse è così, ma non per noi. Può anche darsi che 
        i segreti della giovinezza che custodisce questo libro non si riferiscano 
        alla nostra vita, forse vi sono nascoste cose che geneticamente non hanno 
        nulla in comune con la specie umana. Per meglio dire, sono bloccate dalle 
        dimensioni dellignoto. Ma non riesco a capire come e perché 
        circolino questi segreti.- Bevve un ultimo sorso, poi concluse: - Ora 
        vado a riposare. Domani ho la sveglia prima dellalba. Deve sbocciare 
        una pianta originaria di queste zone, e le tisane ottenute dal fiore di 
        questa pianta combattono la sclerosi dei capillari. Ma il suo effetto 
        svanisce se si raccoglie il fiore dopo il sorgere del sole. Se vuoi, puoi 
        restare per la notte - aggiunse notando la stanchezza del suo ospite, 
        - potrai dormire nella stanza qui accanto. Il letto è già 
        pronto. Ti consiglio di usare la crema che trovi sul comodino, altrimenti 
        non posso garantire che riuscirai a dormire tranquillo. Qui le zanzare 
        sono belve sanguinarie. - Il Rosso pronunciò queste parole mentre 
        copriva con la cenere il fuoco nel camino. Augurò la buona notte 
        e si accomiatò.
 Irvin non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte. Si girava 
        e rigirava nel letto rigido, spartano, poco più che un tavolaccio. 
        Le parole del medium gli riecheggiavano nella testa. Il Rosso laveva 
        quasi convinto, ma non voleva abbandonare il progetto Nettuno, 
        che anche suo padre aveva trovato poco commerciale.
 - Può darsi che avessero ragione - cominciava a riconoscere questaltro 
        punto di vista. - Sono schiavo della mia stessa idea, ma è anche 
        vero che è unidea di Merlin, non mia. Anche mio padre pensa 
        che è matura e opportuna. Lidea di creare farmaci che fermino 
        linvecchiamento delle cellule, e che ne stimolino la resistenza 
        e il rinnovamento non è nata ora. Ma solo Merlin ha avuto la fortuna 
        di trovare una soluzione originale per attuare questa scoperta. Perché 
        il Rosso non laccetta? Perché è così ermetico 
        rispetto al misterioso libro di Sofia? Forse possiede già le risposte 
        alla questione su cui lavora Merlin da anni? - Lentamente Irvin si addormentò 
        sotto il peso di quelle riflessioni.
 Si risvegliò con gli stessi interrogativi, come se si fossero rafforzati 
        e incollati di più alla mente durante la notte.
 Guardò meccanicamente lorologio. Dallora capì 
        che aveva dormito poco. Fuori era ancora buio. Appena scesa la notte, 
        si era alzata una fitta nebbia, che chiudeva come un muro la finestra 
        della stanza. In casa non si avvertiva alcuna presenza.
 Irvin si alzò, si diresse verso il salotto. Sul bordo del camino, 
        ancora tiepido del fuoco di poche ore prima, cera un bicchiere con 
        del latte appena munto. Accanto, in un piccolo piatto, un panino fritto 
        da poco diffondeva un aroma che inondava soavemente le narici.
 Fece colazione, e anche se a malincuore, lasciò il tepore della 
        casa. Si diresse a piedi verso il villaggio, dove sperava di trovare velocemente 
        un passaggio in autostop.
 Con le gambe bagnate dalla fredda rugiada, e scacciando centinaia di zanzare 
        che lo attaccavano, arrivò al villaggio. Nel centro, di fianco 
        a un piccolo albergo, stava per partire un vecchio camioncino. Lautista, 
        un uomo in età avanzata, magro e basso di statura, il viso non 
        rasato, devastato dalle tracce lasciate dal vaiolo, mezzo addormentato, 
        osservò sbadigliando e con sospetto il forestiero arrivato al villaggio 
        dalla direzione della casa del Rosso.
 Notò che batteva i denti per lumidità che penetrava 
        fino alle ossa. Preso da compassione lo fece salire. Dopo un po, 
        durante il viaggio, lanziano signore cominciò a parlare. 
        Raccontava del Rosso, sul quale si dicevano strane cose, ma non bisognava 
        credere a tutto, erano solo voci. Egli si fidava solo di sua nonna. Lei 
        lo aveva conosciuto, lo stregone irlandese, quando era bambina. Era stata 
        anche innamorata di lui. E nonostante avesse sposato un altro, non lo 
        aveva mai dimenticato. Il suo ricordo finì solo con la morte.
 - Quanti anni abbia - continuò lautista dopo una piccola 
        pausa, - non lo sa nessuno. Nessuno sa da quando abiti qui. Dicono che 
        sia arrivato con le prime ondate di coloni, o addirittura prima di loro. 
        A volte sparisce per anni. Le generazioni si sono succedute nel villaggio, 
        subendo i naturali cambiamenti, ma lui è rimasto lo stesso, sempre 
        con i capelli rossi e con il sorriso ironico, senza tempo. è un 
        personaggio senza età, un incredibile fenomeno della natura. 
 Per qualche minuto il vecchio rimase in silenzio. Poi, uscendo dal suo 
        torpore disse:
 - Ci sono diverse storie su di lui. Ma io credo solo ai racconti di mia 
        nonna. Nessuno di coloro che hanno visto il Rosso sa di che colore siano 
        i suoi occhi. Credo che neanche lei lo sappia. Non è facile fissarlo 
        negli occhi. Mia nonna li vide, erano di un colore raro, come di smeraldo, 
        di colore identico ai miei occhi di quandero adolescente.  
        Arrivando allaeroporto, lautista dagli occhi azzurri, un po 
        spenti, fermò il furgoncino e concluse la conversazione.
 Irvin lo ringraziò cortesemente. Le ultime parole del vecchio lo 
        avevano profondamente turbato. Adesso che ci pensava, Goldenmeer-figlio 
        non ricordava di che colore fossero gli occhi ironici e impenetrabili 
        del medium.
 
 (...) 
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