La finestra sulla luna
 
 

 

DAGLI AUTORI DI
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CHAOS (gli occhi,
le mani, l'infinito…)
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PREMIO CITTÀ
DI PONTREMOLI

POESIA E IMMAGINE 2020

ordinalo qui

 

 


titolo:
"
Parli alle Pleiadi o Cassiopea ti guida?" (raccolta poetica) Con le illustrazioni di Alfredo Ferrone
autore: Anna Maria Poggi Postfazione di Giuseppe Benelli
collana: La finestra sulla luna
ISBN 978-88-32124-21-7
Volume illustrato, realizzato con tecnica artigianale, rilegato e confezionato a mano.
€23,00 - pp.120 - © 2020.
In copertina, illustrazione originale di Alfredo Ferrone.



Anna Maria Poggi e Alfredo Ferrone abitano poeticamente la terra di Versilia. La poesia e la pittura non sono per loro ornamenti superficiali, ma esprimono la necessità profonda e vitale della loro stessa esistenza.

(Dalla Postfazione
di Giuseppe Benelli)

 


 

 
 
   


Poesia sospesa tra parole e immagini
di Giuseppe Benelli*

Sia come poeta che come illustratore, Anna Maria Poggi e Alfredo Ferrone sanno di percorrere un inerpicato sentiero che allarga il respiro verso nuovi orizzonti. Per loro la creatività artistica è un'aurora sacra, un'eco dello spazio interiore nel quale la poesia cerca di salvare ciò che è degno di essere vissuto. Parli alle Pleiadi o Cassiopea ti guida? "È lontano l'affanno/ dalla mente che casta/ l'infinito ricordo insegue/ della luce primordiale". La scintilla originaria è completamente intrinseca all'evento poetico, una reazione istintiva e primordiale. Così l'affinità tra poesia e disegno si fa interpretazione dal verbale al visivo, dove i codici della comunicazione si fondono e si confondono nella loro autonomia stilistica e formale. In questo modo la trama della poesia permette di cogliere i primordi del mondo che definiscono gli spazi entro i quali crescono i simboli delle illustrazioni.
Il canto di Anna Maria Poggi è trattenuto dentro una misura in cui il tema dominante è l'amore: da quello sentimentale e appassionato a quello materno e cosmico. Questo è il frutto dell'intenso colloquio col mistero della natura e l'incessante bisogno di osmosi sensuale. Solo cogliendo l'eco di questo rapporto, il lettore entra nel gioco poetico e sorprende il maestoso fascino della Versilia, la bellezza eterna del mare, il fuoco del cielo amoroso e la serenità apollinea. Come in Meriggio d'agosto: "Salmastro respiro/ di abbacinanti riflessi/ all'onde cicliche/ ora assopite/ pei raggi affocati/ di calore vivo,/ non cede al riposo/ mente ormai salda/ come scoglio,/ e rare carezze/ di fresca brezza/ non sciolgono/ dell'ore andate i nodi,/ né si perdono/ per le atre selve/ impigliate dal ghiaccio/ inevitabile di Crono". Così l'impronta della poesia di Anna Maria possiede l'intensità capace di ascoltare e farsi ascoltare. Una sorta di illuminazione interiore che sancisce l'identità tra sé e l'universo. Con un timbro vibrante e un tono sacrale, nel silenzio che abbaglia, la voce poetica s'impone sullo scorrere inevitabile del tempo.
Le illustrazioni di Alfredo Ferrone orchestrano immagini che richiamano il piacere dei versi e si immergono nella loro anima. Solo uno sguardo semplice e puro può cogliere il mistero che abita l'immaginario umano: essenzialità, linguaggio innovativo, immediatezza di lettura e stretto legame tra poesia e pittura. I dipinti, liberi da astrazioni accademiche, raccontano storie svelanti e sapienziali: le femmine portatrici di esplicito erotismo, la donna dagli ampi fianchi, la sfera e la piramide, la sacralità dell'acqua, il sogno femminino e la magia della culla mediterranea. Le civiltà si accumulano, le memorie si sovrappongono, le narrazioni si rincorrono nell'impronta del passato. Così l'arte di Ferrone è capace di giustificare la necessità di cantare, d'esprimere le emozioni, di entrare in contatto con l'altro. Le illustrazioni diventano la chiave per penetrare nelle pieghe più intime e nascoste del mondo poetico di Anna Maria. Suggeriscono gli indizi per iniziare un'indagine senza fine, da sviluppare a piacimento sulla trama della propria memoria. Perché ogni tavola rimanda a un'altra fino a svelare altri versi che ispirano nuove rielaborazioni estetiche. Così i disegni sono sempre tesi a rendere visibile l'esultanza che il risveglio della parola porta con sé. Nel tratto solare le figure si illuminano e prendono vita come se rifiutassero di assopirsi in sé stesse. Linee d'orizzonte Ove il prato è più smeraldo: "Là, anche la terra/ è pronta alle nozze/ col tempo e là/ troverai l'amore/ che nulla chiede,/ che niente dimentica". Citazioni d'amore: donna di schiena nuda, gambe raccolte, seni puntuti, profili femminili senza piedi e alberi al posto della testa. "Odo richiami sommessi/ come di gemiti arcani/ di creature ignote ormai./ Fiati di carne/ per siringhe soffiate/ da spiriti benigni" (Notte dei morti).
È il vento, oggetto di un amore indicibile, che fa suonare i rami degli alberi. "Parlami ancora/ vento che taci/ e lasci muti/ le foglie e i rami" (Fiaba). È un colpo di vento che travolge impetuoso per poi svanire e suonare una melodia inedita. È il vento che apre a un altro infinito e a immagini inconsuete per raccontare i moti del cuore. Esplosione: "Al muro di cinta,/ non fiato di vento:/ è arsura di affocate/ spire che prendono/ respiro così che pare/ ogni cosa immota/ e senza vita". Fra mito e visionarietà, la poetica di Anna Maria condensa la sua visione del mondo, nella quale lampi di autobiografia illuminano un vertiginoso Canto d'Amore. "Cantami una melodia/ là dove il salice/ si specchia e le fronde/ lievi, sinuose ondeggiano/ nel riflesso che ingannevole/ ridona inafferrabili/ identiche contrarie immagini/ di sogni e realtà". Alla sfida dei venti fronde sinuose ondeggiano: "Pare una danza di streghe/ in un magico rito/ di seduzione fatale" (Magia di fronde).
Al cospetto di una natura che riemerge e si infiltra dovunque, i versi richiamano antichi miti assetati di luce. La "foresta d'invisibili folletti" è illustrata con rami di mani che si arrampicano su cosce femminee, tra enormi lombrichi e pesci di mare, il tutto sormontato dalla stabilità della piramide e dall'equilibrio della sfera celeste che impediscono di sporgerci al di là dell'orizzonte. Immagini simboliche che nello stupore immoto aprono all'"estremo lido illuminato da un sole nascosto...", col tema ricorrente della donna e la bestia, confortato dall'arcobaleno. "Parli alla luna/ tu che ardi e profumi/ salso di mare?/ Parli alle Pleiadi/ o Cassiopea ti guida?/ Vieni alla riva,/ tocca la sabbia,/ al chiaro riflesso d'onda,/ cerca labbra fedeli/ come la notte che segue/ il giorno e poi torna" (Follie notturne). Muse come simboli di una memoria che possiede l'incertezza d'un attimo che resta uguale a sé stesso e si ripete. Protagonista assoluto il silenzio che viene prima e dopo le parole.
Prestare attenzione alle cose, osservandone i movimenti e ascoltandone i suoni, è ciò che ci permette di cogliere il mondo come se stessimo cavalcando la cresta di un'onda. Per ottenere ciò occorre risalire all'origine e ascoltare le voci del mito e del sacro. In quel momento l'esperienza e l'immaginazione si fondono e il mondo prende vita. Come Talismani: "Nivei di castità/ virginale intatta,/ biancore regale,/ quale purezza/ d'anima oltre i secoli,/ abbagliate l'eclissi/ dei miei pensieri/ come voi/ senza tempo". Così la poesia nasce in un canto intimo e prezioso, presente e arcaico, che riconsacra il significato delle parole. Come Muse, le parole fuggono dal clamore degli uomini e traggono forza e bellezza dalla natura segreta e incontaminata. "Voi sentite il mio canto/ che torna indietro/ al tempo delle fiabe/ e l'oro delle vesti/ che ora indossate/ a me reca effigi/ calde di tenerezza,/ quasi come sacre,/ mai perdute" (Voi).
Il linguaggio luminoso squarcia l'apparenza della realtà e il suono della poesia suscita un flusso di dolcezza che porta al cuore dei problemi irrisolti. L'infinita sequenza di eventi che compongono la vita non è soltanto una combinazione casuale, come dune di sabbia che si disperdono sulla spiaggia. La poesia è impegnata nel trovare una rotta per navigare nel labirinto indecifrabile della vita. Ecco! "Sarò per te/ raggio di cammino/ e tu mia roccia/ rorida di gocce come perle". Anna Maria celebra amori che profumano di un mare lontano. Abbandono: "Vascello dei miei pensieri/ pesante di risposte;/ fantasma di ieri,/ ornata la prua/ d'una polena dai mille/ e mille volti intrecciati,/ navighi verso/ l'estremo lido illuminato/ da un sole nascosto". Poesie che esplodono di luce e di attesa: presenza nostalgica della lingua materna. Madre: "Ora come un tempo/ mi appaga l'infinito/ dei tuoi sorrisi/ nel tuo chiamarmi/ alla dolcezza/ del tuo sguardo". Sono attimi che resistono all'aria della sera, alla vastità dell'orizzonte, all'azzurro del cielo. Attimi: "Mi volsi allora/ quasi avessi gridato/ con mille voci diverse.// Vidi solo/ l'infinito e mi prese/ il tuo respiro".
I dipinti di Ferrone seguono il filo onirico di una fantasia sempre sorprendente: donne sensuali e provocanti, animali giganti, simboli esoterici. Gli animali che accompagnano le illustrazioni dell'eterna seduzione femminile sono benefattori segreti, pesci lumache granchi, balzati da lontananze primordiali che condividono la profonda intimità. Alba: "Rade nubi/ lente ad un corteo/ di tuoni persi/ nell'aere s'avviano./ Fantasmi ubbidienti/ per un'alba scossa/ da cupi richiami…". Tinte forti nella fierezza di rivolgersi alla donna come bellezza assoluta, come destinataria d'amore, passione e dolcezza. "Trovi nuovo incanto/ nel divenire tu/ messaggera di venti/ salsi d'onda che/ avvinghia le polene,/ segno di forza/ avido di dolcezza,/ profondo di note/ non ancora sibilanti,/ vestite di pudore/ come orchidee nascoste/ al calcio degli ulivi./ Cogli il disincanto/ e fanciulla torna/ alle rose amate;/ piglia sorriso,/ rugiada di vita e vola/ sulla Fenice nuova" (Orchidee nascoste).
Nel dialogo tra le poesie di Anna Maria e le illustrazioni di Alfredo si differenzia il carattere dell'uomo, dove prevale l'astrazione sognata e irreale, dal carattere femminile legato alla concretezza del sentimento amoroso. Ma in entrambi i casi l'arte si rivela come una sospensione lirica dello stato normale delle cose. Le immagini sono sospese da ogni funzione e, proprio in virtù di ciò, diventano allegorie ancestrali che aprono nuove visioni. Per Anna Maria la poesia è un impulso a toccare e superare i limiti comuni del pensare con la sua naturale attitudine metaforica. Così inventa un linguaggio che nasce dall'introiezione di un passato e che si esprime in forme rinnovate e dense di meraviglia. Poesie che dicono del germogliare e del rinascere, ma sempre indissolubilmente attraverso il senso della continuità e della memoria profonda. Accade allora che questi versi diventino autentici semi di speranza in un presente che ci appare sempre più oscuro. "Sale ogni ombra/ da ipogei oscuri,/ ma nulla teme/ l'animo mio/ se luce splende/ divina, eterna" (Certezza).

 
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*Giuseppe Benelli ha insegnato Istituzioni di Filosofia, Filosofia teoretica e Filosofia del linguaggio alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. Dal 1978 è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Città del Libro, che organizza il Premio Bancarella, il Bancarellino e il Bancarella Sport; nel 1992 ne diventa Vicepresidente e dal 2004 al 2014 Presidente. Dal 1981 è Presidente della Sezione di Pontremoli della Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi e condirettore del relativo Archivio Storico. Nel 2003 e nel 2017, già socio e nume tutelare del Centro Lunigianese Studi Danteschi, viene eletto presidente del “Comitato per le celebrazioni dantesche (rispettivamente) 2006 e 2021”. Dal 2002 al 2003 ha fatto parte della Commissione Ministeriale per la Semplificazione del Linguaggio Amministrativo. Nel 2008-2009 ha svolto, per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Direzione generale per lo Spettacolo dal vivo, lo studio sulle “Linee organizzative del Teatro Italiano”. In particolare è stata elaborata la ricerca: “Il teatro contemporaneo italiano. Esegesi ermeneutica”. Dal 2010 al 2013 è membro del Comitato scientifico del Centro per il Libro e la Lettura, che fa riferimento al Ministero per i Beni e le Attività culturali. Nel 2011 è stato eletto Presidente dell’Accademia lunigianese di scienze, lettere e arti Giovanni Capellini della Spezia, che promuove convegni scientifici, pubblicazioni storiografiche, presentazione di libri e concerti.

 
 
 


Anna Maria Poggi (qui in un autoritratto) ha insegnato nella scuola pubblica. Ha scritto di poesia e di prosa. Vive a Forte dei Marmi, suo paese natale. Da Cicorivolta Edizioni, ha pubblicato: Fato e Sibilla, Vespero e Aurora, Luci ed ombre, che costituiscono ad oggi, in perfetta simbiosi con la tematica universale del panta rei, i primi tre volumi illustrati della sua poliedrica, intensa Collezione Poetica; a quattro mani con Alfredo Ferrone, la raccolta di liriche Sulle ali di Pegaso (2018), CHAOS (gli occhi, le mani, l'infinito) che si è aggiudicato il PREMIO CITTÀ DI PONTREMOLI POESIA E IMMAGINE 2020; GOLGOTA (2019). Del dicembre 2018 è la raccolta di racconti La bimba, l'arancia e altri talismani. Sotto lo pseudonimo di Virginia Molina, ha inoltre pubblicato, nel 2016, il fortunato romanzo autobiografico Il canto delle foglie, giunto in un anno alla Seconda Edizione.
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Alfredo Ferrone Alfredo Ferrone (qui ritratto da Anna Maria Poggi) è nato e vive a Forte dei Marmi.
Uomo nel sogno e poeta del tempo, da sempre assiduo frequentatore dell'animo umano,
fra ricerca espressiva e virtuosa contemplazione, ha pubblicato le raccolte poetiche: La memoria orbata (L'Autore Libri Firenze, 2002) nonché, a quattro mani con Anna Maria Poggi,
Sulle ali di Pegaso (Cicorivolta, 2018), CHAOS (gli occhi, le mani, l'infinito) che si è aggiudicato il PREMIO CITTÀ DI PONTREMOLI POESIA E IMMAGINE 2020 e GOLGOTA, quest'ultimo con un testo, dal titolo "Millenaria è la via", in appendice alle suggestive tavole a tema illustrate dall'autrice, (Cicorivolta, 2019).
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